C’è bisogno di trovare maggiore risorse per gli italiani all’estero. Servono più fondi da dedicare all’universo dell’emigrazione e servono le persone giuste al posto giusto. Questo il pensiero che Elisabetta Belloni, segretaria generale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha espresso in una audizione alla Camera sulla riorganizzazione del ministero degli Esteri, prevista dalla legge 125 del 2014.
"Di fronte a una comunità italiana molto consistente e a una nuova generazione di italiani all’estero, il nostro ministero dovrebbe essere dotato di maggiori risorse per fare politiche di valorizzazione e di ritorno che vadano oltre i pur necessari servizi quotidiani. In questo – ha sottolineato Belloni – faccio un appello alle Commissioni affinché ci aiutino in questa battaglia". Per quanto riguarda il capitolo Cultura, in particolare, il piatto piange. "Le risorse a disposizione per la lingua italiana all’estero sono assolutamente inadeguate.
La legge che di riorganizzazione del ministero degli Esteri, che ha creato una agenzia ad hoc con compiti di gestione della cooperazione riducendo il compito della direzione generale per la cooperazione, piace alla neo-segretaria generale della Farnesina: "Io stessa – ha detto – quando ero a capo della direzione generale per la cooperazione, affermai in commissione che una riforma della cooperazione allo sviluppo in Italia era assolutamente necessaria: non posso che complimentarmi per il lavoro che è stato fatto e constatare che il valore aggiunto è che si è raggiunto un ampio consenso. SI tratta di una legge che delinea in maniera precisa i diversi ruoli".
Adesso però l’agenzia deve avere la possibilità di lavorare al meglio: "Aver scelto di dotarsi di una agenzia gestionale comporta inevitabilmente di doversi dotare di qualifiche professionali idonee a garantire l’esecuzione dei progetti. Tutto questo per appoggiare la richiesta dell’agenzia, che richiede un concorso per avvalersi di ingegneri, agronomi e quant’altro".
Ma c’è anche tutto un capitolo dedicato alla diplomazia e agli italiani all’estero: infatti gli enti gestori per la lingua e la cultura italiana passano dalla direzione generale per gli italiani all’estero, che mantiene compiti di promozione, alla direzione generale Sistema Paese, avendo questa già competenze sulla promozione culturale in genere: "Cerchiamo così di creare maggiori sinergie e integrazione tra questi programmi, utilizzando gli enti gestori anche per le attività che non riguardano solo gli italiani all’estero".
“Uno dei motivi che ci ha ispirato nel passaggio di competenze è quello di fare massa critica per ottenere un rilancio nelle attività di insegnamento della lingua italiana per gli italiani all’estero ma anche per essere più coerenti nel chiedere ulteriori finanziamenti. Quelli attuali non sono assolutamente comparabili da quelli di altri paesi, è indiscutibile che le risorse a disposizione sono assolutamente inadeguate".
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