Con un pennarello, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha oggi tracciato una linea rossa sul disegno in stile fumetto di una bomba che ha mostrato all’ Assemblea generale delle Nazioni Unite: uno stratagemma ad effetto per affermare con la massima serieta’ che entro la prossima estate l’Iran avra’ raggiunto la fase finale per la produzione dell’uranio necessario alla realizzazione del suo primo ordigno nucleare, e deve essere fermato, con un ultimatum.
Il mondo con un Iran nucleare sarebbe in pericolo come davanti ad un al Qaida nucleare, ha detto il premier israeliano, affermando che ‘di fronte ad una chiara linea rossa Teheran si fermerà, ‘dando piu’ tempo alle sanzioni e alla diplomazia per convincere il regime iraniano ‘a smantellare del tutto il suo programma di armamento nucleare’. Netanyahu ha anche affermato di essere ‘totalmente d’accordo’ con il presidente americano Barack Obama, che due giorni fa ha affermato che ‘un Iran con l’arma nucleare non e’ una sfida che puo’ essere contenuta’ e gli Stati Uniti faranno ‘cio’ che devono’ per impedirlo.
A 40 giorni dalle elezioni presidenziali Usa, Obama si e’ pero’ limitato ad affermare che per la democrazia ‘il tempo non e’ illimitato’; mentre per Netanyahu e’ necessario essere piu’ espliciti, perche’ ‘il tempo stringe’ e ‘il calendario nucleare iraniano non aspetta’. Tuttavia, ha aggiunto, ‘Israele sta discutendo la questione con gli Stati Uniti e sono fiducioso che potremo tracciare un percorso per proseguire insieme’.
Nel suo intervento, di oltre mezz’ora, Netanyahu ha dedicato meno tempo alla questione palestinese, definendo peraltro ‘diffamatorio’ il discorso pronunciato poco prima da quello stesso podio dal presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas), che aveva a lungo puntato il dito contro Israele, accusandolo di condurre una colonizzazione ‘razzista’ dei territori palestinesi, spingendoli verso una ‘nuova catastrofe’. Tuttavia, aveva affermato Abu Mazen, ‘esiste ancora una possibilita’, forse l’ultima, di salvare la soluzione dei due Stati e la pace’. E in questo senso il presidente palestinese ha esortato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad adottare, ‘con urgenza’, una risoluzione che ‘ponga le basi di una soluzione del conflitto israelo-palestinese’, che serva da guida ‘vincolante verso la soluzione dei due Stati, Israele e Palestina’.
Ma Abu Mazen ha anche annunciato di aver avviato una iniziativa per il riconoscimento da parte dell’Assemblea generale entro il prossimo settembre di un nuovo status per la Palestina, ovvero il passaggio di livello da ‘entita’ ‘ a ‘Stato non membro’, dicendosi ‘fiducioso che la gran parte dei Paesi del mondo sostiene questa iniziativa che ha lo scopo di salvare la pace’. Si tratta tuttavia di un’iniziativa che rappresenta comunque una marcia indietro rispetto a quando l’anno scorso Abu Mazen aveva chiesto, in quella stessa aula, che il Consiglio di sicurezza dell’Onu prendesse in considerazione la richiesta della Palestina di essere ammessa alle Nazioni Unite come Stato a pieno titolo. Richiesta naufragata a causa della ferma opposizione di Israele e Stati Uniti.
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