Vittorio Feltri, direttore di Libero, è intervenuto su Radio Cusano Campus e ha parlato del delicato rapporto che a Roma si sta instaurando tra la sindaca Virginia Raggi e parte della stampa: "In fin dei conti la signora Raggi non ha tutti i torti. Noi giornalisti da sempre aspettiamo le disgrazie degli altri per poterle descrivere, il nostro mestiere è quello di raccontare che è l’uomo che morde il cane e non il cane che mordo l’uomo. La Raggi ha ragione, ma mi sembra strano, anzi ridicolo, che si stupisca che i giornalisti facciano il loro mestiere. I pentastellati non sono abituati a stare sulla scena, a volte si sentono a disagio. Tutti noi ci auguriamo che la Raggi riesca a fare il sindaco di Roma, ma se non fosse capace ad amministrare la capitale, anche a costo di ripetere le elezioni, dovrebbe dimettersi e lasciare il posto a qualcun altro. Dobbiamo pazientare però, è ancora troppo presto per dare dei giudizi, non abbiamo ancora materiale a sufficienza per promuovere o bocciare la sindaca".
Sui presunti poteri forti che complottano contro il Movimento: "I poteri forti non li conosco, anzi ci sono soltanto dei poteri deboli in giro. Tanto è vero che l’Italia non riesce a combinare niente, e non credo che questo sia dovuto a qualche potente che metta i bastoni tra le ruote a sindaci, ministri e politici in generale. La situazione italiana è difficile da gestire per tutti, Roma è nei guai da 30 anni, non da tre mesi, pretendere che la Raggi risolva tutto in pochi giorni mi pare velleitario".
Sulle Olimpiadi Vittorio Feltri è categorico: "Ormai tutti cercano di svincolarsi dalle Olimpiadi, non le vuole più nessuno. Cercano di rifilarcele, mi domando dove potremmo andare a prendere i soldi per organizzare una manifestazione del genere. Servirebbero degli impianti importanti, servono strutture che noi non abbiamo non solo a Roma ma nemmeno a Milano, per non parlare di Napoli. Le Olimpiadi rischiano di diventare una mangiatoia, non ho mai visto dei giochi che abbiano davvero giovato alle casse dei paesi che li hanno ospitati. Atene è andata in malora a causa delle Olimpiadi, noi dobbiamo anche combattere contro i ladri, la corruzione e ci mancano i capitali. E’ un momento di crisi, come facciamo a pensare di fare le Olimpiadi? Mi pare una cosa folle, su questo sono d’accordo con i grillini".
Sul referendum il direttore di Libero precisa: "Non so se Renzi riuscirà a restare in sella dopo il voto. Mi limito a considerare che questa vicenda del referendum è stata buttata in politica, non è più un referendum sulle riforme ma è un referendum su Renzi. Questo ha snaturato la materia del referendum, è sbagliato. Non so che succederà, io personalmente penso che il Senato non doveva essere modificato così come è accaduto ma andasse completamente abolito. Poi, però, gli altri quesiti referendari mi trovano d’accordo. Sul titolo V che toglie poteri alle regioni, che oggi sono diventate delle associazioni a delinquere, io sono favorevole. Per questo voterò sì. Non per Renzi, del quale non mi importa nulla. Che rimanga o meno a Palazzo Chigi non mi riguarda, non mi interessa. Certo è che qualora vincessero i no ci troveremmo in una situazione paradossale. Servirebbe un’altra legge elettorale, passerebbe del tempo, il rischio è che arrivi un altro governo ammucchiata in attesa che venga approvata una legge elettorale che consenta di andare a votare. Se vincesse il no rimarrebbe il Senato vecchio e con l’attuale legge elettorale sarebbe impossibile votare in un modo alla Camera e nell’altro al Senato. C’è il rischio caos. Andremmo verso la solita ammucchiata che, l’esperienza ci insegna, non produce niente di buono".
Vittorio Feltri sulla gaffe di Di Maio: "Ha paragonato Renzi a Pinochet e ha sbagliato, Pinochet non era certamente venezuelano. Poi ha corretto, ma quando le cose non si conoscono perfettamente è molto meglio tenere la bocca chiusa. Ha perso un’occasione per tacere".
Vittorio Feltri su Parisi e il centrodestra: "Noi di Libero abbiamo scritto che Forza Italia è in difficoltà, perché è passata dal 30% dei consensi al 10’% e Parisi è una risorsa, perché ha dimostrato a Milano di poter competere anche con la Sinistra, tant’è che a Milano ha perso per pochi voti. Parisi ha delle capacità, o è lui a salvare Forza Italia o nessun altro. Però i colonnelli di Forza Italia, per invidia e altri motivi di carattere interno al partito, non lo vogliono e gli fanno la guerra. Questo è disdicevole".
Sulla polemica con Renato Brunetta: "Ho trovato la sua reazione piuttosto stupida. Io ho fatto delle considerazioni politiche, lui mi ha risposto con delle critiche personali, come se facesse lo psichiatra. Non è capace neanche di fare l’economista, figuriamoci se può improvvisarsi come psicoterapeuta. Brunetta sembra un chiwawa, quei cagnolini piccoli che continuano ad abbaiare senza concludere niente. Fra l’altro è un chiwawa che ha mobilitato tutto il suo canile per cercare di dileggiarmi e criticarmi, ma si tratta di critiche talmente idiote che non mi fanno nemmeno il solletico. Non è neanche vero che Brunetta soffra di un complesso di inferiorità, secondo me è inferiore".
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