Fame estrema e malattie stanno uccidendo 130 bambini al giorno in Yemen, uno ogni dieci minuti. Il blocco continuativo della coalizione saudita che interessa i porti di ingresso nel nord del paese potrebbe – con probabilità – accrescere ulteriormente il bilancio delle vittime, superando la previsione secondo la quale 50.000 bambini malnutriti sotto i cinque anni potrebbero morire quest’anno. Lo denuncia Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un future.
Quasi 400.000 bambini hanno bisogno di cure per la malnutrizione acuta grave in Yemen, ma le agenzie stanno faticando a raggiungerli a causa dei deficit di fondi cronici, della più ampia epidemia di colera nella storia moderna e degli ostacoli che incontrano nel fornire cibo e aiuti. Senza l’accesso urgente e privo di intralci delle organizzazioni umanitarie e in assenza di un incremento dei fondi, l’Organizzazione avverte che metà di questi bambini potrebbero non ricevere alcuna cura: sulla base delle prove disponibili, circa il 20-30% dei bambini affetti da malnutrizione acuta grave, se lasciato senza cure, morirà ogni anno.
L’accesso in Yemen per gli operatori delle organizzazioni umanitarie impegnate a portare aiuto e per i rifornimenti commerciali era, anche prima del blocco, difficoltoso a causa degli ostacoli posti dai partiti coinvolti nel conflitto. La decisione di bloccare l’intero accesso ai punti di ingresso chiave, quali l’aeroporto di Sana’a e i porti di Hodeidah e Saleef, pone ora ulteriori migliaia di bambini a rischio. I prezzi già elevatissimi del cibo e del carburante sono cresciuti vertiginosamente in pochi giorni, erodendo ulteriormente la capacità già limitata delle agenzie di fornire aiuti salvavita.
“Queste morti sono assurde quanto prevenibili: più di cento madri piangono la perdita di un figlio, giorno dopo giorno. Save the Children attualmente ha 5 container pieni di cibo salvavita per bambini malati e malnutriti bloccati ad Aden, a causa della chiusura delle strade”. Commenta Tamer Kirolos, Direttore di Save the Children in Yemen. “Il nostro staff non può raggiungere le comunità per fornire loro cure e provviste delle quali hanno molto bisogno e i soccorritori non possono entrare nel paese. Medicine essenziali, carburante e riserve di cibo inizieranno a esaurirsi nel giro di settimane. È completamente inaccettabile lasciar morire i bambini per negligenza e a causa della mancanza di volontà politica. Senza un’azione urgente, il futuro appare cupo: a meno che il blocco venga sciolto immediatamente, ancora più bambini moriranno. La guerra ha già distrutto i servizi pubblici e creato la più grave crisi umanitaria al mondo. Punire i bambini yemeniti restringendo l’accesso ad aree del paese è un gesto sconsiderato”.
Non esiste un’alternativa sostenibile ai porti che sono sotto il blocco per portare l’ammontare di cibo, medicine e aiuti necessari in alcune delle aree dello Yemen più colpite dalla crisi alimentare. I governatorati di Taiz e Hodeidah stanno affrontando gli effetti più gravi di questa crisi, con la sconvolgente previsione di 10.000 bambini morti quest’anno in ognuna delle due regioni.
“Con i combattimenti che non accennano a diminuire, dobbiamo garantire ai bambini e alle loro famiglie l’accesso agli aiuti salvavita facendo pressione su tutti i partiti, per assicurare che l’ingresso delle organizzazioni umanitarie non sia intralciato e affinché venga eliminata ogni restrizione alle importazioni di rifornimenti commerciali” conclude George Graham, Direttore Policy Conflitti di Save the Children.
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