Torno da una trasferta a New York, dove mi sono recato per partecipare al Columbus Day in difesa della nostra cultura e della nostra Storia, dopo gli attacchi alla figura di Colombo e allo stesso Columbus day, simbolo e celebrazione dell’intraprendenza italiana; e scopro con mio grande rammarico che a Roma sono sempre più bravi a prendere per i fondelli gli italiani residenti all’estero.
Ormai la protervia dei nostri politici nazionali mista alla rassegnazione degli eletti all’estero che sostengono la maggioranza pare davvero non abbia altro sbocco per il destino delle istanze tricolori nel mondo che di soccombere, prima o poi, per sempre.
Diciamolo con chiarezza e senza mezzi termini: ancora una volta i partiti romani stanno usando la circoscrizione estero per i loro sporchi interessi. E’ sotto gli occhi di tutti. E che hanno fatto gli eletti all’estero di maggioranza davanti a una legge che mortifica il ricordo di Mirko Tremaglia, distrugge l’essenza del voto estero, toglie rappresentatività e potere agli italiani nel mondo? Hanno calato le braghe, l’ennesima volta, e hanno votato a favore.
Non è finita qui. Sapete cosa hanno fatto dopo? Hanno avuto l’impudenza di giustificarsi diffondendo comunicati stampa e dichiarazioni che, tradotti dal politichese, possiamo sintetizzare così: “siamo stati obbligati a farlo per obbedienza al partito”. Soldatini.
Non c’entra la qualità degli eletti, in questo caso. C’entra la considerazione che i partiti romani hanno degli italiani all’estero e del Sistema Italia nel mondo: nessuna. Come è zero la volontà politica di rimediare a tutto ciò che non va nelle ambasciate e nei territori esteri, al di là delle continue prese per i fondelli che stiamo sperimentando anche in questi giorni e che si moltiplicheranno senz’altro all’ennesima potenza man mano che ci avvicineremo alle elezioni.
I politici residenti in Italia potranno candidarsi ai seggi della ripartizione estero, in oltraggio alla legge Tremaglia concepita con ben altri obiettivi: cosa succederà quindi? Che il partito di riferimento potrà scaricare nell’esilio dorato di uno scranno istituzionale gli indesiderati, gli scomodi e gli utili idioti di turno; i quali dimostreranno la loro gratitudine per il beneficio ricevuto con la cieca obbedienza alle direttive delle segreterie e potranno usufruire di quell’immunità parlamentare che dovrebbe essere una scappatoia indecorosa per qualsiasi rappresentante del popolo.
Ma alla fine, nonostante le decisioni calate dall’alto, anche da una scelta malsana, certamente contraria ai loro interessi, i nostri connazionali del mondo possono e devono salvaguardarsi ignorando le candidature bizzarre, di personaggi in odor di falsità e noti già alle cronache di casa nostra per manifesta incapacità sul campo. Informarsi su più fronti e da più fonti è la prima regola di un elettore intelligente. Non dimenticatelo mai.
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