Come famosi ladri di Pisa che di giorno litigavano ma la notte andavano a rubare insieme, i parlamentari eletti all’estero che supportano il governo del PD e votano a favore del Rosatellum si esibiscono in uno spassoso o squallido (fate voi secondo le vostre sensibilità) litigio a proposito dell’articolo del Rosatellum che permette ai residenti in Italia di candidarsi all’estero.
Ha dato fuoco alle polveri il Sen. Micheloni che ha sparato a zero sui suoi compagni di partito: “Mi colpisce il silenzio assordante con cui tale modifica è stata accolta sin qui. Mi colpisce, ma non mi stupisce, dato che nessuno aveva trovato nulla da obiettare quando, pochi mesi fa, il Partito Democratico, in occasione delle sue ultime primarie, aveva cancellato la medesima regola”. E incita: “Spero che ciascuno di noi, rappresentanti degli italiani all’estero, trovi il coraggio e la dignità di esprimersi: il silenzio e l’ipocrisia non salveranno nessuno”.
Parla bene lui, consapevole che non sarà ricandidato, ma gli altri devono riguadagnarsi il posto in lista. Ed ecco uscire allo scoperto la onorevola Garavini, quella che vive, come Candide, nel migliore dei mondi possibili. In questa realtà tutta sua vede un Partito Democratico che non solo “si sta ancora una volta facendo carico di un forte senso di responsabilità con il Rosatellum”, ma è anche del tutto estraneo all’emendamento Lupi che consente la candidatura all’estero di residenti in Italia.
Le risponde a muso duro l’alfaniano Sen. Di Biagio: “All’onorevole Garavini che parla di una modifica voluta da tutti ad eccezione del suo partito, solo al fine di ricondurre la questione nel giusto contesto, ricordo che una modifica in tal senso era già stata adottata nel regolamento del PD che disciplina le primarie. Inutile tirarsi gli stracci, ognuno si prenda le proprie responsabilità”.
I deputati del PD Fedi e La Marca sono costretti a riconoscere che “la legge sul voto all’estero subisce un duro colpo nel rapporto tra eletti ed elettori che è l’essenza della Circoscrizione Estero”, ma tentano una difesa senza rendersi conto che il “tacon” è peggior del “buso”, come dicono i veneti: “Il Gruppo del PD ha dovuto accettare un emendamento di un gruppo di maggioranza che ha posto, in una trattativa serrata su tutto l’impianto della legge elettorale, alcune condizioni e non ha rinunciato ad alcuni emendamenti”. Infatti tradotto significa che gli italiani all’estero sono stati sacrificati per ottenere altre cose nella trattativa.
Non ancora pervenute dichiarazioni degli altri deputati PD. Tace Porta che ha altro a cui pensare con le truppe del MAIE che stanno invadendo la sua San Paolo per una protesta di massa. Tace Tacconi, che per una volta proprio non se la sente di cantare in coro con la Garavini. Tace Farina.
E tacciono i senatori Giacobbe, Longo e Turano.
E poi tace il supporter della maggioranza Mario Caruso alle prese con le Jene. Tace Fucsia Nissoli… Ah, mi informano che avrebbe effettuato l’ennesima giravolta e non appoggerebbe più il Governo PD perchè avrebbe trovato un posto al caldo in Forza Italia. Arrivederci al prossimo spettacolo.
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