Vittorio Pessina è il vero vincitore di queste elezioni all’estero. Il senatore, responsabile nazionale del dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia, ha vinto la sua scommessa: rispetto ai risultati delle Politiche 2013, Pessina ha triplicato gli eletti di Forza Italia e il centrodestra unito oggi ha cinque eletti all’estero, se ai parlamentari azzurri si sommano quelli leghisti.
Dunque non capisco di cosa si lamentino alcuni rappresentanti di Forza Italia nel mondo.
Qualcuno è pronto a scommettere che Raffaele Fantetti, eletto senatore nella ripartizione estera Europa con il centrodestra, appena si insedierà il nuovo parlamento, si iscriverà al gruppo della Lega e non a quello di Forza Italia. Ma se così sarà, Fantetti si assumerà tutte le responsabilità del caso.
Nell’eventualità del passaggio da Fi al Carroccio, il voltagabbana sarà Raffaele Fanetti e nessun altro dovrà pensare di avere sbagliato qualcosa.
Anche l’accusa che viene rivolta a Pessina, di aver promesso ad alcuni candidature che poi non si sono realizzate, è sintomo di un atteggiamento puerile, di un approccio ingenuo alla politica. Da che mondo è mondo, fino a un minuto prima della composizione delle liste elettorali nessuno può avere la sicurezza di essere candidato. In passato, deputati uscenti sono stati fatti fuori all’ultimo minuto. E’ così che funziona, il partito ha il potere di decidere fino all’ultimo.
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Insomma, si punta il dito contro la persona che ha portato Forza Italia e il centrodestra alla vittoria? E’ quanto di più sbagliato si possa fare, ora che il centrodestra ha 5 eletti all’estero su 18.
Senza contare che da tempo Forza Italia e MAIE hanno instaurato un’alleanza, e l’incidente elettorale, che li ha visti presentarsi separatamente agli elettori, non penso possa pregiudicare tutto il lavoro svolto negli ultimi due o tre anni, con il presidente del MAIE Ricardo Merlo che più volte ha incontrato Pessina e che con lui è stato da Silvio Berlusconi in persona, proprio per parlare di italiani nel mondo (INCONTRO MERLO – BERLUSCONI, LEGGI QUI I DETTAGLI).
Pessina – che in una recente intervista a ItaliaChiamaItalia ha dichiarato “mi piacerebbe che il rapporto con il MAIE possa riprendere e continuare dopo le elezioni” – ha persino partecipato più volte ad appuntamenti targati Movimento Associativo Italiani all’Estero, come quando è stato tra i partecipanti all’ultimo congresso MAIE Europa tenutosi in Romania.
Dove voglio arrivare? Quei cinque eletti all’estero di centrodestra, lavorando in sintonia con i due del MAIE, sarebbero già sette parlamentari eletti all’estero su 18 e potrebbero collaborare per raggiungere gli stessi obiettivi, sempre nell’interesse degli italiani nel mondo.
Vado oltre: se a questi si aggiungessero anche i due eletti con l’USEI, partito presieduto da Eugenio Sangregorio che certamente non è mai stato di sinistra, si avrebbero 9 eletti all’estero su 18 – giustamente la metà – pronti a fare gruppo e a unirsi su determinate battaglie. La sinistra, così, sarebbe in minoranza tra gli eletti oltre confine.
Sto divagando, forse è fantascienza politica. Eppure, personalmente ci credo e se ciascuno degli eletti sarà così intelligente e maturo da mettere da parte le differenze per concentrarsi sui punti che uniscono, allora saranno gli italiani all’estero a goderne i benefici, e magari saranno maggiori le possibilità concrete, per esempio, di eliminare l’Imu per i nostri connazionali o risolvere una volta per tutte la questione della cittadinanza. Sempre che, naturalmente, la XVIII legislatura possa cominciare con il piede giusto e durare almeno il tempo per portare a casa qualche risultato. A guardare i numeri, i partiti – tutti – dovranno fare uno sforzo enorme per riuscirci. Noi ci auguriamo che ci riescano.