Mercoledì 21 febbraio, in udienza pubblica, la Corte Costituzionale si esprimerà sulla questione di legittimità sollevata dal tribunale di Venezia in relazione alle norme che regolano l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero.
Gianluigi Pellegrino, esperto di diritto amministrativo e costituzionale, proprio in merito a tale questione, commenta: “La norma sul voto degli italiani all’estero è pessima: la definirei più una legge ‘contro’ gli italiani all’estero, perché non garantisce davvero che il voto sia personale e segreto. E la Consulta potrebbe benissimo dichiararla incostituzionale”.
Dall’altra parte, tuttavia, “bisogna tener conto del fatto che si tratta di una legge costituzionalmente necessaria per assicurare lo svolgimento delle elezioni, senza la quale resterebbero scoperte le modalità di elezione dei 12 per la Camera e 6 per il Senato, riservati ai rappresentanti eletti da chi risiede fuori dall’Italia”.
Dunque secondo Pellegrino è poco probabile “la Corte si spinga fino a dichiararla incostituzionale, ma non escludo che nella sentenza introduca un monito al legislatore affinchè modifichi la legge”.
In questo modo “la Corte potrebbe chiarire che gli italiani all’estero dovrebbero votare per i loro 18 parlamentari o recandosi nei seggi italiani o presso seggi allestiti nei consolati”.
Certo, sottolinea l’esperto di diritto, “la Consulta potrebbe anche dichiarare illegittima la disposizione. In ogni caso, perche’ la sentenza abbia efficacia, le motivazioni devono essere depositate e pubblicate in Gazzetta Ufficiale”.
Realisticamente, questo potrebbe accadere prima del 4 marzo, giorno delle elezioni? “Dipende dalla Corte – risponde il giurista interpellato dalla agenzia Ansa -, che se vuole può provvedere in tempi rapidi. E’ chiaro che in questo caso i voti espressi dai cittadini all’estero, per i quali le procedure elettorali sono già partite pochi giorni fa, perderebbero validità“.
Gli italiani nel mondo stanno votando ancora in queste ore e continueranno a farlo anche nei prossimi giorni. La sentenza della Corte Costituzionale pende come una spada di Damocle sul voto degli italiani residenti oltre confine.