Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie della Farnesina, si trova a Londra per l’ultima tappa, dopo Buenos Aires e San Paolo, di una missione condotta non a caso nelle sedi dei consolati con il maggior numero d’iscritti (oltre 600.000 fra tutte e tre).
L’obiettivo della Farnesina è la più ampia partecipazione al voto degli italiani residenti all’estero in vista delle elezioni del 4 marzo. Un obiettivo per il quale sono state introdotte o rafforzate – ha insistito Vignali – misure quali l’inserimento del codice a barre su ormai il 70% dei plichi spediti (cosa che consente una più rigorosa tracciabilità in caso di presunti smarrimenti e richieste di duplicati delle schede).
E poi la stipula di contratti “con vincoli stringenti” con tipografie e servizi postali dei vari Paesi, un costante coordinamento fra il ministero e i consolati anche attraverso una rete digitale.
Il processo del voto all’estero in alcune sue fasi sarà sorvegliato, in particolare nei momenti più cruciali, direttamente da personale d’ambasciate e consolati e in certi ambiti da “guardia armata dei carabinieri”.
Non è finita qui. Nei confronti di alcuni responsabili di consolati onorari troppo coinvolti nell’agone politico sono stati emessi dei singoli provvedimenti “cautelativi” con “sospensione dalle funzioni”. Il tutto, ha evidenziato Vignali, a tutela “dell’imparzialità dell’intero processo”.