E’ ancora nella bufera il voto degli italiani all’estero, tra denunce di brogli e forti irregolarità e petizioni online che chiedono di abolire questo meccanismo elettorale e sospendere la proclamazione degli eletti alle ultime Politiche. ItaliaChiamaItalia negli ultimi giorni ha pubblicato diversi servizi inerenti la tematica del voto all’estero, tra questi una intervista esclusiva all’On. Fabio Porta, Pd, che ha definito il voto estero “un imbroglio in scala industriale”. E se lo dice lui possiamo crederci.
L’intervista di ItaliaChiamaItalia a Porta ha fatto il giro del web ed è stata rilanciata da importanti quotidiani e periodici legati al mondo dell’emigrazione italiana, tra questi Gente d’Italia, il quotidiano che Mimmo Porpiglia dirige in Uruguay, e Tribuna Italiana, periodico distribuito in Argentina e diretto da Marco Basti.
Proprio Tribuna Italiana nell’ultimo numero riassume le tappe di un voto all’estero più ingarbugliato che mai e ricorda che l’On. Fabio Porta contesta l’elezione di Adriano Cario, candidato dell’USEI al Senato, che ha sorpreso tutti con le oltre 21mila preferenze avute quasi esclusivamente nelle sezioni elettorali di Buenos Aires.
Porta ha presentato un esposto alla Corte d’Appello di Roma. “Se le gravi denunce fossero confermate, sarebbe uno scandalo ignobile a danno del voto all’estero e dei candidati che hanno conquistato onestamente i loro seggi”, evidenzia Tribuna Italiana, sottolineando che al centro della denuncia del deputato dem ci sono quei 20mila voti che nelle passate elezioni del 4 marzo sono andati all’Unione Sudamericana Emigrati Italiani di Eugenio Sangregorio, eletto alla Camera dei Deputati.
Quella di Porta, che alle elezioni ha corso per un seggio a palazzo Madama, era “una candidatura che tutti i sondaggi e le previsioni davano per scontata, dietro a quella di Ricardo Merlo, anch’egli deputato della passata legislatura”, ora senatore. Ma il secondo posto di Porta e del Pd invece è stato smentito a sorpresa da una valanga di voti ottenuta da Adriano Cario a Buenos Aires.
“Una marea di voti che ha sorpreso tutti, compresi avversari e alleati e a quanto pare anche il suo stesso partito, visto che nel sito ufficiale dell’USEI non c’è traccia della vittoria di Cario. Eppure sarebbe il primo senatore ad essere eletto nel partito del Leone”.
IL MAIE VINCE IN SUD AMERICA, MA MERLO NON E’ CONTENTO
In Sud America la vittoria del MAIE era scontata, è la terza consecutiva, il Movimento Associativo Italiani all’Estero è ancora il primo partito dell’America Meridionale.
Merlo ancora una volta è il parlamentare eletto all’estero più votato in assoluto, l’unico a “resistere” in Parlamento dal 2006. Da quel che sappiamo però, non è pienamente soddisfatto, perché se si fossero verificati i fatti che sono stati denunciati in alcune sezioni elettorali di Buenos Aires (che comunque non mettono in discussione i voti conquistati dal MAIE e il suo successo), il discredito cadrà su tutti gli eletti all’estero.
Proprio per questo Merlo e l’on. Borghese presenteranno non appena inizieranno i lavori del Senato e della Camera, un progetto di modifica della legge Tremaglia.
“E’ la terza vittoria di fila che ottiene il MAIE, la gente continua a confermarci la fiducia”, ha detto il Senatore Ricardo Merlo. Tuttavia il MAIE perde un deputato in Sud America: nella XVIII legislatura avrà solo due parlamentari, non più tre.
In riferimento alla posizione del MAIE rispetto alla possibilità di sostenere un governo presieduto dal leghista Matteo Salvini, il presidente del MAIE è stato molto chiaro: “Se ci garantisse le cose che chiediamo per gli italiani all’estero, saremmo pronti ad appoggiarlo”, e poi ha spiegato che all’estero “la gente non può rinnovare il passaporto, non può fare la cittadinanza, viene maltrattata nei consolati… La gente vuole soluzioni”. “Accompagneremo qualsiasi governo che si impegnerà a darci quelle soluzioni”.
E’ giusto ricordare che nei mesi precedenti alle Politiche 2018 Merlo ha incontrato diversi leader politici per parlare di politica e italiani nel mondo, tra cui proprio il leader della Lega, Matteo Salvini.
Anche Forza Italia, attraverso il responsabile del dipartimento degli Italiani all’estero Sen. Vittorio Pessina, ha annunciato proprio nelle scorse ore che una volta insediato il Parlamento il partito guidato da Silvio Berlusconi presenterà le sue proposte per mettere in sicurezza il voto degli italiani residenti oltre confine.
Nei giorni scorsi, inoltre, è intervenuto Vito Crimi, importante esponente del Movimento 5 Stelle, e proprio a proposito di voto all’estero ha assicurato che il suo partito farà di tutto per mettere fine a quella che ha definito “una vergogna”.
ZONE D’OMBRA, IL PRECEDENTE DEL 2008
“Praticamente fin dalle prime elezioni all’estero ci sono state denunce e voci su brogli veri o presunti portati a termine da alcuni che hanno approfittato le zone d’ombra del sistema di voto per corrispondenza. Denunce fatte in genere attraverso la stampa e che hanno riguardato quasi sempre la ripartizione Europa”. Così Tribuna Italiana, che prosegue: “C’è stata però una denuncia, molto precisa, su fatti che si sarebbero verificati a Buenos Aires e a Caracas nel 2008, per favorire l’elezione di Juan Esteban Caselli al Senato, nella lista del PdL. Sulla vicenda la magistratura romana aprì un’indagine, che resta ancora aperta, che ha riguardato particolarmente fatti che sarebbero verificati nel Consolato in Buenos Aires, del quale all’epoca era titolare Giancarlo Curcio. Sui fatti di Venezuela invece, i giornali hanno parlato di connivenze con un italiano accusato di associazione mafiosa. Proprio dopo quei fatti, cominciarono ad essere prese maggiori misure per assicurare un voto maggiormente trasparente e sicuro”.
“Misure che sono state ulteriormente rafforzate per queste elezioni, quando su ogni plico è stato inserito un codice a barre, che consente di seguirne ogni passaggio di mani. Proprio per questo se effettivamente sarà deciso di indagare a partire dall’esposto presentato dall’on. Porta, si potranno prendere i certificati dei voti conteggiati nelle sezioni contestate e chiedere agli elettori se hanno votato. Se la risposta sarà negativa, allora bisognerà seguire il percorso della busta, per capire dove è entrata in una zona d’ombra”.