Mi è capitato di sentire dire: “Bisogna abolire il diritto di voto degli italiani all’estero!”. Ora, non posso essere d’accordo con chi esprime questa tesi. Tra l’altro, io cominciai a scrivere articoli su questo giornale partendo da una questione inerente ad una comunità italiana all’estero nel 2008. Ricky Filosa, fondatore e allora direttore responsabile di codesto bel giornale, ricorda bene la storia.
Logicamente, un italiano che emigra all’estero e che rinuncia alla cittadinanza italiana perde automaticamente anche il diritto di voto. Quell’italiano non è più cittadino italiano e perciò non può più votare per eleggere i parlamentari e (nel caso dei referendum) non può più prendere decisioni sulle leggi di un Paese del quale non ha più la cittadinanza. Egli deve essere considerato come un cittadino straniero. Ha diritto di voto nel Paese in cui vive e del quale ha acquisito la cittadinanza.
Al contrario, un italiano che emigra all’estero ma che mantiene la cittadinanza italiana, deve mantenere anche il diritto di scegliersi i propri rappresentanti nel nostro Parlamento e di votare nei referendum esattamente come noi. Egli è cittadino italiano come noi che stiamo qui in Italia e negare un diritto che è dato dalla cittadinanza è scorretto.
La residenza è una cosa e la cittadinanza è un’altra. Si può stare ed essere cittadini di un altro Stato qui in Italia e viceversa. Chi vive all’estero ma è cittadino italiano deve essere trattato come tale.
Affermare che si debba abolire il diritto di voto degli italiani è puro qualunquismo. Semmai, si dovrebbe rivedere il meccanismo con cui votano i nostri connazionali. Il voto per posta non funziona come dovrebbe. Sarebbe necessario fare sì che i cittadini italiani residenti all’estero possano votare in seggi veri e propri. Una cosa del genere si potrebbe fare laddove è possibile e magari con l’accordo con le autorità dei Paesi in cui questi nostri connazionali risiedono. Si dovrebbe fare ciò per garantire la regolarità delle operazioni di voto. Il fatto che vi siano state situazioni dubbie nelle precedenti tornate elettorali non ci deve fare dimenticare che anche gli italiani all’estero fanno parte della nostra società.