“All’estero si deve candidare solo chi è iscritto AIRE e dunque chi all’estero ci vive davvero. Personalmente, farei fare anche dei controlli… E se fosse per me aggiungerei che chi si candida deve essere iscritto all’AIRE almeno da alcuni anni…”. Sono parole pronunciate nella sala Conferenze internazionali della Farnesina dal Sottosegretario agli Esteri, Sen. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE, in occasione dell’apertura dei lavori della Plenaria CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
Affrontando il tema della proposta di riforma del voto all’estero, Merlo ha continuato: “È già cominciato l’iter per fare le proposte relative alla riforma del voto all’estero: vogliamo che sia una proposta il più ampia possibile per riuscire a trovare un equilibrio tra tutte le parti coinvolte”.
A margine della Plenaria, parlando con i giornalisti in merito al disegno di legge sulla riforma del voto all’estero, a firma del Presidente della commissione esteri, Vito Petrocelli, depositato al Senato, l’esponente del governo ha dichiarato: “Spero di avere già alla fine di quest’anno tempi certi per l’approvazione. Comunque preferisco prendere un po’ più di tempo ma allargare la partecipazione. Voglio sentire anche i partiti dell’opposizione, il CGIE, gli eletti all’estero, e poi cercherò di fare una sintesi”.
“Ci sono anche criticità – ha concluso il Sottosegretario Merlo – l’importante è la disponibilità anche di chi l’ha presentata per cambiare alcune questioni che credo siano importanti”.
Il riferimento è, per esempio, all’impossibilità, secondo la proposta, di candidarsi per consiglieri Comites e CGIE. Un divieto che ai rappresentanti istituzionali degli italiani nel mondo proprio non va giù: “Non se ne capisce la logica”, dicono. Un aspetto che non piace neppure a Merlo, che in Plenaria ha precisato che si tratta di una proposta su cui lavorare ancora.