Si è parlato, in questi giorni, degli evidenti brogli avvenuti nel voto all’estero, in particolare nella ripartizione Sudamerica: migliaia di schede platealmente false, con la dicitura “Camera dei DIPUTADI”, sono state trovate nei seggi argentini di Rosario e La Plata. Un vero scandalo, brogli 4.0.
Tutte quelle schede – sarà un caso – erano voti per l’USEI e riportavano la preferenza per lo stesso candidato: Eugenio Sangregorio, deputato uscente, presidente del partito. Senza parlare delle centinaia e centinaia di tagliandi falsi trovati, quei “certificati” che accompagnano le schede elettorali.
Sangregorio era presente allo spoglio. Quando i rappresentanti delle altre forze politiche in campo, in maniera trasversale, gli hanno fatto notare che qualcosa non andava, per usare un eufemismo, lui ha risposto una roba del tipo: “Non ne so nulla. Se vi sembra ci siano irregolarità, presentate ricorso e poi vedremo”. Ora, chiede il riconteggio delle schede.
“Qualcuno mi ha voluto danneggiare – dichiara in un comunicato -, imputandomi della responsabilità della dicitura sbagliata su alcune schede con il mio nome. Chiedo un riconteggio delle schede annullate per colpa della dicitura errata nelle schede, e a questo proposito ho anche presentato una denuncia formale: voglio sapere quante sono esattamente le schede annullate, visto che di ciò si sono sicuramente avvantaggiati gli altri partiti presenti alle elezioni“.
“Sono stato ingiustamente attaccato – prosegue Sangregorio – con dichiarazioni lesive del mio onore e di quello del partito USEI, per un fatto che non poteva non essere notato in fase di spoglio e che quindi mi ha pesantemente danneggiato, sia nella conta dei voti sia moralmente. E’ importante – conclude – che si proceda al nuovo conteggio dei voti”.