Non si placano le polemiche sul voto all’estero in occasione del referendum costituzionale. A proposito del rischio brogli sollevato da Matteo Salvini della Lega, il presidente del Consiglio Matteo Renzi dice: “Mi dispiace, perchè questo è un film che tutte le volte qualcuno ripropone, soprattutto chi ha paura di perdere. In realtà lo schema del voto all’estero è sempre lo stesso. Dopo di che non vedo per quale motivo, una volta che si riconosce il voto agli italiani all’estero, dire che lì fanno i brogli”.
Renzi, in una intervista radiofonica, prosegue: “Il voto all’estero è stato proposto dall’allora ministro del centrodestra Tremaglia e votato a sinistra. Non capisco perché dire che lì si fanno i brogli? Perché continuare ad alimentare tensioni e polemiche?”.
Secondo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni “parlare di brogli intenzionali” nel voto all’estero “non solo non ha senso, ma è anche offensivo per tutte le istituzioni che svolgono questo compito”.
Il responsabile della Farnesina sottolinea: “C’è un sistema di voto all’estero e come in tutti i paesi è per corrispondenza. Naturalmente questo comporta livelli di delicatezza maggiori di un seggio presidiato dall’esercito. Ma parlare di brogli intenzionali non ha senso ed è offensivo anche per gli stessi connazionali residenti oltre confine”.
Gentiloni si dice “offeso” dopo aver letto “su alcuni giornali che la rete consolare o diplomatica italiana avrebbe invitato a votare sì” e aggiunge “mi tocca intervenire perché devo difendere l’istituzione che rappresento”. “Si è votato più volte con questa legge tra elezioni politiche e diversi referendum, credo che chi ci ascolta abbia capito che tutta questa polemica esplosa improvvisamente sul metodo di un voto è dettata dal fatto che quando sei testa a testa il voto all’estero è importante. Non è esplosa perché c’è un nuovo metodo di voto, ma perché la posta è molto alta”.
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