Claudio Zin è un medico molto conosciuto in Argentina e non solo. Durante gli anni di pandemia è stato spesso in televisione per informare al meglio circa il Covid, un po’ come i virologi che da noi in Italia sono diventati delle vere e proprie star.
Zin, che ha alle spalle un’esperienza da senatore della Repubblica Italiana, è candidato alle Politiche di settembre, questa volta alla Camera dei Deputati, sempre con il Movimento Associativo Italiani all’Estero.
Senatore, perché MAIE? “Perché il MAIE è la forza politica che più di ogni altra rappresenta gli italiani all’estero. Siamo un movimento liquido, orizzontale, che ha nel proprio Dna gli italiani nel mondo. Cultura italiana, made in Italy, rete diplomatico-consolare, Camere di Commercio italiane nel mondo e tanto altro ancora: questo siamo noi, nati dall’associazionismo di volontariato cattolico. Gli altri partiti – sottolinea Zin – guardano a Roma, noi guardiamo al territorio, alle nostre comunità. Per questo mi candido al Parlamento italiano, per dare voce ai nostri connazionali e per completare quel lavoro che ho già iniziato come senatore in passato”.
Quali sono le priorità per gli italiani del Sud America? “Senza dubbio i servizi consolari – risponde Zin -, non è possibile che per rinnovare un passaporto i nostri connazionali debbano attendere mesi, se non anni. Bisogna lavorare sulla rete consolare, assicurare ai nostri consolati più fondi e più personale. Proprio verso questa direzione si è mosso il MAIE quando ha fatto parte del governo italiano; purtroppo, il governo degli ultimi anni, senza il MAIE nella stanza dei bottoni, ha dimostrato di essere nemico degli italiani all’estero. Dobbiamo ricominciare da dove ci siamo fermati, dalle aperture di nuove sedi consolari e dalle assunzioni al ministero”.
Su cosa concentrerà la propria attività parlamentare Claudio Zin, nel caso dovesse essere eletto? “Sicuramente l’aspetto dei servizi consolari avrà la priorità. Ma anche quello legato allo studio e alla crescita personale delle nuove generazioni”.
Zin, che è direttore esecutivo del Centro Italoargentino di Alti Studi dell’Università di Buenos Aires, ha in mente accordi universitari più semplici e immediati tra atenei italiani e argentini. E cita l’articolo 34 della Costituzione Italiana: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
“Da questo concetto, espresso benissimo nella nostra carta costituzionale, sono di fatto esclusi gli italiani nel mondo”, sottolinea Zin.
“L’Italia si è dimenticata dei propri figli all’estero, in questo caso come in tanti altri, purtroppo. Credo sia necessario assicurare anche ai giovani italiani nel mondo più capaci e meritevoli, ma che non hanno le capacità economiche necessarie, la possibilità di ricevere una formazione adeguata ai loro talenti e quindi studiare e spese dello Stato: ecco perché – aggiunge – concentrerò la mia attività anche su questo aspetto”.
Altro punto molto caro a Zin è quello che riguarda la possibilità per imprenditori italoargentini di investire in Italia: “Conosco personalmente tanti grandi imprenditori italoargentini che hanno il desiderio e la capacità di portare avanti importanti investimenti in Italia: credo che si debba agevolare il loro fare impresa nello Stivale, anche attraverso accordi specifici tra Argentina e Italia. Sono imprenditori che avrebbero molto da dare all’economia del BelPaese, vanno aiutati e sostenuti nei loro progetti”.