Secondo il senatore Roberto Menia, Fratelli d’Italia, la legge Tremaglia per il voto degli italiani all’estero “si è dimostrata, in alcuni casi, un esempio tipico di eterogenesi dei fini perché doveva rappresentare il meglio dell’italianità all’estero”, ma “non sempre è arrivata la crema dell’italianità all’estero” e soprattutto, visto che nel 2006 “non potevano esserci alternative al voto per corrispondenza”, “in 20 anni di pratica troppi sono stati eletti con palesi brogli”.
Parole pronunciate da Menia durante la presentazione a Palazzo Madama di due disegni di legge per riformare le norme sul voto all’estero e sulla cittadinanza.
“Possiamo fare finta di non saperlo, ma tutti sanno che quello che accade all’estero è semplicemente indecente”, ha aggiunto citando ad esempio il fatto che “c’è tutta una rete di patronati che gestisce e palesemente orienta” il voto all’estero. “Non sono leggende, ma segreti di Pulcinella: lo scambio del voto in cambio della pratica, gli accordi con i postini che vendono le schede, le tipografie che stampano quantitativi ulteriori di schede che vengono rivendute ai candidati” e tante altre cose per le quali “dico che, se dobbiamo continuare a eleggere i nostri parlamentari all’estero così, allora è meglio chiudere. Oppure si cambi, bisognerebbe avere il coraggio di farlo” ha concluso.