“I Presidenti dei Comites d’Australia, Maurizio Aloisi (Sydney), Paola Cerrato (Canberra), Francesco Pascalis (Melbourne), Vittorio Petriconi (Perth), Mariangela Stagnitti (Brisbane), Christian Verdicchio (Adelaide), insieme al Consigliere CGIE per l’Australia Franco Papandrea, riuniti presso l’Ambasciata d’Italia a Canberra in occasione della seconda seduta annuale dell’Intercomites 2017, hanno preso in esame quanto avvenuto alla Camera dei Deputati nel quadro dell’iter legislativo della nuova Legge elettorale italiana”. E’ quanto si legge in una nota.
“Constatato che l’emendamento a firma Maurizio Lupi (Ap), che prevede che i Partiti possano candidare nella Circoscrizione Estero cittadini italiani non iscritti all’AIRE, è stato approvato, i Presidenti hanno criticato con forza tale orientamento del Parlamento sottolineando la gravissima lesione che provoca al principio di specificità della Circoscrizione Estero ai sensi della Legge 459 del 27 dicembre 2001 (nota come Legge Tremaglia).
L’emendamento in questione – osservano i Presidenti – non solo è un inconcepibile atto di arroganza che cancella di colpo anni di dedicato lavoro giuridico-parlamentare condotto con grande cura dal Parlamento e con l’ausilio d’illustri costituzionalisti ma ancora più gravemente introduce criteri fortemente discriminatori. Infatti, mentre da un lato consente la libera candidabilità all’estero dei residenti in Italia, dall’altro lato la stessa libertà non è consentita in senso inverso ai residenti all’estero.
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Inoltre appare stridente la contraddizione alla base dell’emendamento nel momento in cui, nell’ambito di una proposta di Legge che intende rafforzare il principio di un elettorato passivo legato al territorio, si vogliono imporre candidati all’interno della Circoscrizione Estero completamente avulsi dal contesto locale”.
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“A giudizio dei Presidenti dei Comites e del Consigliere CGIE per l’Australia, tale disparità di trattamento, a parte il “vulnus” inferto ai principi base della Legge Tremaglia, contiene gravi elementi di incostituzionalità – conclude la nota – che non possono essere ignorati. I Presidenti chiedono che questi vengano affrontati e discussi durante il vaglio al Senato della Repubblica”.
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