“Criticità nel voto all’estero, come superarle? Rispondo alla dottoressa Flavia Perra, presidente Ufficio centrale circoscrizione Estero, che nel corso di un’audizione alla Camera ha sottolineato le criticità del voto estero e in particolare le modalità dello scrutinio”. Lo scrive in una nota Emanuele Esposito, fondatore di NOI Italiani nel mondo.
“Come superare queste criticità? Semplice – prosegue -, basterebbero i seggi alle ambasciate o ai vari consolati per ridurre il rischio e avere in contemporanea i dati definitivi con quelli nazionali. Ricordiamo bene le ultime elezioni, ma non solo: abbiamo dovuto aspettare una settimana prima che si assegnassero i vari seggi esteri.
Il costo medio, secondo alcune stime, è di circa 6mila euro per seggio. Se il dato è esatto si parla di una bella cifra, visto che i seggi sono oltre 1700, considerando anche che a Castelnuovo la sicurezza e le modalità di scrutinio sono messe in dubbio da più parti, basta vedere i vari servizi giornalistici”.
“Credo che organizzare i seggi nelle sedi diplomatiche e consolari ed effettuare lì, in loco, lo scrutinio dei voti, con un centro di dati presso le Ambasciate non solo sia più efficiente, ma ci sarebbe la sicurezza del voto e dei dati certi. Il sottosegretario Sen. Merlo l’ha detto con chiarezza: questo voto estero così com’è non funziona e va cambiato. Aspettiamo di capire come”.
“Sono disponibile come sempre a dare il mio contributo affinché ci sia una maggiore sicurezza e certezza dei dati; il voto estero è importante quanto quello nazionale e va sicuramente difeso – conclude Esposito – ma soprattutto messo in sicurezza”.