Andrea di Giuseppe, candidato Fdi in Centro-Nord America, intervistato nei giorni scorsi dal Giornale – come abbiamo riportato su ItaliaChiamaItalia – ha criticato la soluzione targata M5S ai disastri che riguardano il voto all’estero, ovvero il voto online. Per i 5stelle, infatti, il voto online potrebbe essere considerata una tra le soluzioni possibili. Pensa lo stesso anche Benedetta Dentamaro, candidata all’estero con +Europa, che ha lamentato un alto rischio astensionismo. “Si sono svegliati tutti dopo la mia denuncia alla procura di Roma”, ha commentato di Giuseppe.
Oggi interviene Dentamaro, che – con una dichiarazione inviata al nostro quotidiano online – al candidato del centrodestra replica così: “+Europa ha ottenuto l’anno scorso un risultato concreto in materia di digitalizzazione del voto: la possibilità di sottoscrivere i referendum online usando lo SPID. Questo ha consentito a centinaia di migliaia di cittadini di partecipare al processo democratico. Lo abbiamo ribadito anche in occasione della presentazione delle liste elettorali per le politiche, che questo sistema già legale e già collaudato con successo, può e deve essere esteso ad altre procedure. Non parliamo solo di voto elettronico (peraltro già testato in altri Paesi europei) ma anche di dare procura notarile tramite identificazione digitale sicura (idealmente lo SPID, ma che sia davvero accessibile a tutti gli italiani all’estero)”.
“Sull’osservazione di FdI che gli elenchi elettorali non sono aggiornati – prosegue – e che il voto elettronico porrebbe il problema di verificare l’esistenza in vita degli elettori, +Europa ha una proposta di facile attuazione: mettere le anagrafi consolari in rete con le amministrazioni dei comuni esteri in cui viviamo. In questo modo, gli spostamenti e le vicende di vita di un cittadino italiano all’estero sarebbero automaticamente aggiornate nei registri consolari, senza richiedere al cittadino di adoperarsi presso il consolato. E che bisogno più ci sarebbe del certificato di esistenza in vita (anche ai fini INPS) se risultasse che un certo individuo nel tale anno era abbastanza vivo da pagare le tasse nel Paese in cui risiede?
Infine, inutile proporre, come fanno FdI e altri partiti, l’aumento dell’organico dei consolati o il ritorno ai call center (esperienza fallimentare e costosa) se non si riorganizzano i servizi. Il punto non sono le risorse, guardate le banche che negli ultimi anni hanno ridotto il personale passando a transazioni online. Molte amministrazioni di Stati europei già funzionano cosi’. Se anche i servizi consolari fossero offerti online (sempre garantendo i servizi tradizionali a chi non ha accesso alla tecnologia) e in rete con le amministrazioni locali, il cittadino italiano potrebbe generarsi i certificati da casa o richiedere documenti d’identità al comune estero, in tal modo alleggerendo il carico per i consolati. In Europa abbiamo gli esempi della patente e del casellario giudiziale, che si possono ottenere ovunque grazie a banche dati condivise”, conclude Dentamaro.