Da pochi giorni è arrivato a Bruxelles per uno stage al Parlamento europeo ed è solo uno dei tanti studenti che il 25 settembre dovranno prendere un aereo per rientrare in Italia e presentarsi al seggio elettorale. Storia di un singolo che – scrive Il Giornale di Brescia – si riflette su una delicata situazione di classe.
Sono più di 5 milioni, infatti, gli italiani all’estero, quasi un decimo della popolazione italiana ma non sono tutti uguali: se sei un lavoratore che risiede in un Paese estero basta iscriversi all’Aire, Anagrafe Italiani residenti all’estero, e secondo la procedura definita dal ministero dell’ Interno si può votare per corrispondenza registrandosi entro il 25 agosto. Ma come fa uno studente arrivato da pochi mesi in un Paese estero a votare? La risposta è semplice – scrive il quotidiano -: sempre per corrispondenza. Ma non sempre è semplice l’attuazione.
“I grattacapi degli studenti all’estero sono la sintesi di un problema nazionale più ampio che coinvolge anche i fuori sede italiani: ragazzi che studiano nelle nostre università sono costretti a tornare nei comuni di residenza” scrive il quotidiano che parla quindi di “odissea”, ricordando che in tutta Italia ci sono circa 600mila i fuori sede, il 33% della popolazione universitaria.