“Con profonda perplessità e grandissima amarezza abbiamo letto stamattina l’articolo che con il titolo “Tutti i trucchi del governo per i voti in Argentina” apparso oggi su Il Giornale. Perplessità perché noi, che viviamo in Argentina, siamo parte attiva di questa numerosa collettivitá italiana, non abbiamo nessun dubbio sulla professionalità , onestà e imparzialità dell’attuale Corpo diplomatico consolare italiano in Argentina. Non c’è stata nessuna lettera a firma di funzionario diplomatico consolare invitando a votare in una o altra maniera nel referendum. Un corpo diplomatico serio e operoso come quello italiano in Argentina non si merita un attacco così che è privo di fondamento. Una delle massime della professionalità del lavoro giornalistico è la verifica delle fonti”. Così in una nota Mariano Gazzola – Vicesegretario per l’America Latina del CGIE; Dario Signorini – Presidente del InterComites Argentina; i consiglieri Cgie Marcelo Romanello, Marcelo Carrara, Guillermo Rucci, Rodolfo Borghese, Juan Carlos Paglialunga, Gerardo Pinto e il Presidente del Comites di Rosario Franco Tirelli, in risposta all’ennesimo attacco al voto all’estero.
“Abbiamo provato amarezza – scrivono – perché queste denunce lanciate all’aria non hanno altro scopo che essere lo strumento per l’ennesimo attacco al voto all’estero (in mezzo a una campagna referendaria che sembra non avere alcuna razionalità), diritto costituzionale che la lungimiranza di un grande politico quale Mirko Tremaglia – uomo formato nei più cari valori dell’italianità – ha donato all’Italia. Voto all’estero, – concludono i rappresentanti argentini – che oggi nessuna nazione tra le più progredite al mondo nega ai propri cittadini oltre frontiera”.
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