Poche ore ci separano dalla conclusione delle procedure elettorali della Circoscrizione estero ed il sentimento prevalente tra i connazionali e tra coloro che hanno attivamente affrontato un confronto elettorale sul territorio, è quello di un costante bisogno di coinvolgimento, di informazione e di considerazione, unite alla condivisa priorità che l’Italia non perda la credibilità maturata in questi anni di impegno del Governo e di lavoro assiduo nei consessi europei.
Partendo da questa consapevolezza, considerando l’attuale congiuntura politico-elettorale particolarmente confusa, il voto assume un significato molto più ampio, che si colloca oltre l’urna rappresentando un megafono dei reali bisogni del cittadino: attraverso di esso, che non può limitarsi ad essere considerato mera espressione di posizionamento politico, si può capire lo spirito degli italiani, percependone i dubbi, i sogni e le aspirazioni che serviranno poi a costruire progetti validi.
Progetti sicuramente ben distanti da quelli modello “neve al sole” che le correnti populiste e demagogiche sembrano sbandierare a tambur battente in queste ultime ore di campagna elettorale, finendo con il diventare quasi ridicoli, in un gioco al rialzo che trasforma il confronto politico in una macchietta teatrale.
Votare Civica Popolare si configura in questo frangente come un atto di responsabilità e di amore verso il Paese: un gesto giusto rispetto alla sterilità politica che condiziona il dibattito ed il confronto di queste settimane che rischia di annichilire la voglia di partecipare e di attivarsi dei singoli cittadini, dentro e fuori i confini nazionali.
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Civica Polare è nata proprio con l’ambizione di porsi come antitesi alla vacuità della promessa populista, offrendo concretezza, e richiamando, nei suoi programmi e nel suo messaggio, la stabilità e la credibilità dell’esperienza del Governo Gentiloni: aderendo a questo progetto abbiamo voluto fare una scelta di campo in nome della serietà e del pragmatismo, circoscrivendo un’area operativa di autonomia rispetto ai partiti maggioritari di coalizione, proprio perché abbiamo mantenuto inalterata un’identità popolare ed europeista, un’equazione solida non rinvenibile in altri progetti.
Anche in nome di questa nostra ricchezza che prendiamo distanza da chi – strumentalmente – si erge, magari anche se collocato nella stessa nostra coalizione, a detentore del primato dell’europeismo o a unico fautore di questa o di quella conquista politica o parlamentare.
Il nostro progetto non è mai stato tarato intorno a personalismi o mattatori politici improvvisati e scenografici, si è posto come esperienza politica variegata, contraddistinta da molteplici anime, esperienze e identità politiche, accomunate da un unico bagaglio valoriale, imperniato intorno al granitico valore del popolarismo europeo che rappresenta poi la forza che alimenta il motore dell’intero progetto, che ci rende “unici” tra i protagonisti dell’attuale confronto elettorale.
L’europeismo radicale o quello di ispirazione socialista di cui si rinvengono elementi nella nostra coalizione rappresenta un qualcosa di diverso, da non confondere con il nostro programma: sicuramente la tutela dei valori europeisti rappresenta una base operativa significativa in uno scenario disfattista anti Bruxelles che regna sovrano tra Grillini e Centrodestra, ma ritengo sia fondamentale sottolineare quelli che sono gli elementi – anche di differenza, che non è sinonimo di pochezza – che esistono all’interno della nostra coalizione.
Civica Popolare, proprio per questo rappresenta un valore aggiunto nella coalizione di centrosinistra: l’unica componente moderata e popolare che si è contrapposta al populismo, mantenendo un’identità centrista e responsabile.
Siamo persone per bene, credibili e oneste: ogni gesto e iniziativa è orientata dalla parte delle Istituzioni, mai compromesse o svilite in nome di promesse irrealizzabili o di villane offese antipolitiche.
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Nel nostro progetto vi è qualcosa di ambizioso ma non utopico: una società più equa, più giusta e solidale per tutti i cittadini, senza individuare primati o erigere ministeri ad hoc come qualcuno millanta – sapendo bene di non poterli poi realizzare – ma individuando nelle attuali emergenze dei problemi da risolvere con iniziative concrete, con specifici finanziamenti e rimodulazioni di bilancio, ascoltando società civile, addetti ai lavori e tecnici, non trasformando le emergenze in baluardi della paura, punti chiave del consenso.
Aborriamo il metodo populista, che sbandiera vangeli e costituzione, sovrapponendone concetti e principi, facendo della confusione, dell’odio razziale e dello scontro tra “caste” di italiani un punto di forza difficile se non pericoloso da tradurre poi in azioni di governo che nulla potrebbero avere a che fare con uno stato di diritto civile, democratico e soprattutto europeo.
Votare Civica popolare è una scelta italiana, di Futuro e di Europa: è la scelta di chi crede che oltre gli slogan ci sia il vuoto e l’impasse e di chi crede che l’unico strumento di crescita sia nella credibilità e nel dialogo tra gli attori europei, tra cittadini e tra istituzioni.
Dialogo non scontro, edificazione non sfascismo: elementi che da soli valgono un voto al futuro.