Fare rete per promuovere il made in Italy nel mondo e chiedere alla politica maggiori attenzioni. Parlando all'”Unisono” – nome scelto per la prima assemblea di Confindustria Moda, la federazione che riunisce le imprese e le associazioni del settore tessile, moda e degli accessori (dagli occhiali alle calzature ai gioielli) – che si è svolta ieri nell’aula magna dell’università Bocconi.
L’incontro, si legge sul quotidiano Avvenire, è stato l’occasione per analizzare l’andamento del settore che conta circa 67mila imprese per un totale di 600mila addetti e che nel 2018 ha raggiunto i 95,5 miliardi di euro di fatturato complessivo, con una leggera crescita del +0,7%, e le prospettive per il futuro. L’export si è dimostrato più dinamico, registrando una crescita del 2,7% a 63,4 miliardi di euro, riferibili per il 49,6% al tessile- abbigliamento, seguito da calzature (15,1%), pelletteria (12,9%), oreficeria e gioielleria (10,2%), occhialeria (6%), concia (6%) e pellicceria.
Le esportazioni sono state quasi equamente distribuite tra Europa (46,8%) e paesi extra Ue. Le vendite internazionali hanno dimostrato un dinamismo ancora maggiore nel primo trimestre di quest’ anno, con una crescita del +5,6% (rispetto al 2,1% del primo trimestre 2018), per un valore di 16,6 miliardi di euro. A sorpresa la Svizzera è diventato il primo acquirente, soprattutto per merito della pelletteria e dell’occhialeria, seguito da Francia e Stati Uniti. In crescita anche il mercato cinese e quello arabo.