Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto nel Nord e Centro America e residente a Miami, da quando è entrato in Parlamento si sta occupando, a colpi di esposti, degli scandali che riguardano visti e passaporti a dir poco ‘facili’ nelle ambasciate italiane dall’Asia al Sud America.
Non solo. Anche la denuncia sulle cittadinanze sospette al Consolato di Caracas, in Venezuela, è sua.
Intervistato da Il Tempo, Di Giuseppe spiega: “Dopo che ho fatto i primi esposti che riguardavano irregolarità nei visti rilasciati in altre ambasciate e consolati, è partito un effetto domino. Noi abbiamo tanti diplomatici e funzionari in tutto il mondo molto bravi che prima di questo governo si sentivano abbandonati. Ora sanno che hanno uno scudo politico. E le irregolarità vengono fuori”.
L’onorevole assicura che i suoi esposti “sono basati su informazioni e documentazioni molto precise, verificate più volte. Quello che noi vediamo in televisione a Lampedusa o sulle nostre coste non è nulla in confronto con tutti coloro che entrano in maniera silente, e irregolare, grazie alla vendita di visti e passaporti”.
“Solamente l’anno scorso – aggiunge – più di 100mila passaporti sono stati rilasciati all’estero, di cui il 70% solo in America Latina. In molti casi i nostri diplomatici si sono sentiti in ostaggio della malavita locale. Esistono strutture illegali che fatturano milioni e milioni per facilitare queste pratiche fuorilegge che danno il fianco a illeciti ancora più grandi come il traffico di droga. È un pericolo enorme di sicurezza nazionale”.
In merito al caso di Matteo Falcinelli, dalle pagine de La Nazione Di Giuseppe dichiara: “Le autorità di polizia americane sono tanto rigorose negli arresti, anche senza che vi sia l’aggravante della resistenza fisica, quanto poi lo sono nella repressione di eventuali abusi in caso di violazione delle loro regole. Il rigore vale nelle due direzioni”.
“La polizia a Miami non ha mai creato problemi a cittadini italiani. Ora, è evidente che al suo interno ci possono sempre essere agenti che violano le regole. Ma la responsabilità penale è personale, non dobbiamo accusare il dipartimento di polizia di Miami, che anche in questo caso mi pare stia operando con trasparenza: del resto le riprese delle bodycam sono state messe a disposizione dallo stesso dipartimento di polizia, non occultate, magari con qualche scusa. Non mi pare una cosa secondaria”.
Sulla possibilità dell’apertura di una indagine penale in Italia, Di Giuseppe dice: “Non sono un tecnico, ma mi pare complesso. Non si tratta di omicidio, di sequestro di persona o di terrorismo. Certo è che se gli agenti hanno violato le regole la giustizia americana e lo stesso dipartimento di polizia prenderanno i provvedimenti necessari”.