In prossimità del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, come ogni anno si fa il punto sui dati di questo deprecabile fenomeno. Quest’anno, finalmente, in Italia registriamo un calo del 26,1% dei femminicidi, che, però, restano ancora decisamente troppi, 84 dall’inizio dell’anno, più di uno ogni 3 giorni.
Questo calo di uccisioni è dovuto ad un aumento del numero di denunce fatte nel corso del 2022, che hanno ridotto il numero di recidive di illeciti, e in molti casi, addirittura, salvato delle vite. La strada, però, è ancora molto lunga, se si considera che nel nostro Paese ogni giorno 86 donne sono vittime di reati di genere di vario tipo, dalle molestie, allo stalking, fino alle violenze e alle percosse, e che nel 94% dei casi l’autore dell’illecito è una persona conosciuta dalla vittima (35% marito o compagno; 31% ex partner; 28% parenti, vicini di casa, corteggiatori respinti).
“Il fatto che l’autore del fatto illecito sia qualcuno che conoscono, magari qualcuno che amano o hanno amato, ha sempre fatto desistere molte vittime dallo sporgere denuncia. I dati che abbiamo sul fenomeno, infatti, potrebbero essere decisamente sottostimati rispetto alla realtà. – Commenta l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperto in diritto di famiglia, e da sempre al fianco delle donne vittime di violenza di genere – In base alla mia esperienza, in molte non parlano perché temono che una denuncia o un qualsiasi procedimento legale potrebbe rovinare la vita di quell’uomo, o che possa avere reazioni violente su di loro e su eventuali figli. Altre, invece, temono che sia un percorso difficile, costoso e pieno di ostacoli burocratici. Per questo è importante fare informazione sul tema e sulle opzioni a loro disposizione, a partire dalle Forze dell’Ordine, che spesso il primo contatto a seguito del fatto, perché questo può salvare delle vite”.
Con la denuncia si porta a conoscenza delle Forze dell’Ordine o di un’altra autorità, come il pubblico ministero, di un reato perseguibile d’ufficio. Questo permette agli ufficiali preposti di intervenire, allontanando il soggetto violento e tutelando la vittima.
“Parlando con donne vittime di violenza, ho notato che una volta che viene spiegato loro tutto l’iter, e vengono fornite le informazioni su ciò che accadrà loro dopo la denuncia, è più facile che decidano di procedere. In questi casi per loro è determinante che, grazie all’assistenza di un legale, si tratta di una strada che può essere percorsa con facilità, sebbene sempre con un certo carico emotivo. – Prosegue l’Avvocato Ruggiero – Lo dimostra anche il crescente numero di denunce presentate nel corso del 2022”.
“Non dobbiamo dimenticare che la denuncia è il primo passo per allontanarsi da un contesto famigliare violento. Non sono poi così rari i casi in cui una donna, sebbene avesse preso coraggio e avesse iniziato il percorso legale per la separazione, sia poi tornata sui suoi passi, a casa dal marito, dove ad attenderla c’era ancora violenza e, nei casi più estremi, la morte. Queste donne vengono rese dipendenti psicologicamente, ma anche economicamente dall’uomo, e pensano di non poter ricominciare una nuova vita. È qui, però, che deve entrare in campo l’avvocato, trovando una soluzione per una sistemazione temporanea, segnalando associazioni a sostegno del reinserimento nel mondo del lavoro e, soprattutto, avviando le pratiche di separazione con celerità, facendo in modo che alla donna venga corrisposto almeno inizialmente un assegno di mantenimento” conclude l’Avvocato Ruggiero.