Alessandro Zan, deputato del PD, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sul caso Fedez-Rai ha detto: “In tutti i Paesi civili e avanzati tutti gli artisti denunciano quando vi sono discriminazioni, violenze ed ingiustizie. Ho trovato giusto che Fedez, che è una persona sensibile su questi temi, sia intervenuto e abbia utilizzato il palco del Primo Maggio per denunciare queste discriminazioni, attraverso delle frasi ignobili di esponenti politici della Lega. Questo dimostra che la politica può essere veicolo d’odio e quell’odio può armarsi e diventare discriminazione e violenza”.
“Il fatto che Fedez lo abbia fatto è importante, è l’impegno civile di chi non sopporta più di vivere in un Paese in cui la discriminazione è la regole. Salvini ha definito disgustose quelle frasi? Sì, ma quelle persone sono ancora lì nella Lega, non mi pare sia stato preso qualche provvedimento disciplinare”.
“Se il partito non dà nessun tipo di sanzione o di stigma rispetto a quelle frasi, allora vuol dire che quel ‘disgustoso’ lascia il tempo che trova. Qui non stiamo parlando di opinioni, ma di odio puro nei confronti di gruppi che sono già molto discriminati nel nostro Paese”.
Sul ddl Zan. “Il parlamento si deve occupare di tutto, può occuparsi sia dei diritti che dei temi della pandemia. Nei Paesi dove sono riconosciuti i diritti civili c’è una correlazione tra diritti civili e sociali, c’è un welfare state più avanzato e tutele per i lavoratori, questo dimostra che le cose possono andare di pari passo, invece in Italia stiamo facendo la guerra tra poveri. Non è accettabile che una parte dei cittadini sia discriminata per la sua identità, così come non è accettabile che una persona sia in cassa integrazione e percepisca una parte minima dello stipendio. Se noi pensiamo che occuparsi di diritti civili tolga spazio ai diritti sociali, questo è smentito dai fatti”.
Secondo Platinette il ddl Zan non risolve i problemi perché le norme puniscono ma non educano e il codice penale già punisce la violenza. “Non ho ben capito la sua posizione. Il codice penale oggi non interviene sulle aggressioni motivate da omofobia, misoginia e abilismo. Noi abbiamo scelto una strada, abbiamo esteso una legge che esiste già per i reati di razzismo e di odio religioso. La legge non parla di libertà di espressione, nessuna legge può essere incostituzionale e limitare la libertà di espressione. L’istigazione all’odio è un reato e non c’entra niente con la libertà di espressione. Se uno dice che gli fa schifo la pratica dell’utero in affitto non commette un crimine d’odio, è un’opinione e non mette in pericolo nessun gruppo sociale, se invece dice che tutti i gay devono essere mandati nei forni crematori questa è istigazione all’odio, non è un’opinione”.