Antonio Tajani, in visita oggi in Israele, lancia l’appello dell’Italia a tutti i Paesi arabi, ovvero quello di “non avviare una nuova stagione che possa incendiare il Medio Oriente“. “Ci auguriamo che non ci siano iniziative da parte di Hezbollah (partito sciita libanese filo-iraniano, ndr)”.
“Siamo qui a dare la nostra solidarietà a Israele, sperando che si possa avere la pace e che la reazione di Israele sia una reazione che non provochi troppi drammi nella popolazione civile. Ma Israele ha il diritto a difendersi e sono convinto che avrà una reazione proporzionata e farà di tutto per colpire soltanto Hamas”.
Al confine tra Israele e Libano, “ci sono 1.200, 1.300 soldati italiani che sono parte dell’Unifil (missione di interposizione delle Nazioni Unite nel sud del Libano, ndr), sono portatori di pace”, ha affermato Tajani, sottolineando che “l’Italia lavora in favore di una de-escalation”.
Secondo il titolare della Farnesina bisogna lavorare “per la liberazione degli ostaggi, è quello che stiamo facendo fin dall’inizio parlando con i paesi arabi che possono dialogare”.
Gli italiani in Israele che lo desideravano “sono quasi tutti rientrati in Italia, una decina di italiani sono nella Striscia di Gaza, stanno andando verso sud”. “Abbiamo avuto un appello dalle chiese della Striscia di Gaza, sono preoccupate da quanto può accadere”, spiega Tagliani, aggiungendo di aver parlato della questione anche con il patriarca di Gerusalemme dei latini, monsignor Pierbattista Pizzaballa.
Eli Cohen, ministro degli Esteri di Israele, dopo aver visitato la città di Netivot con il titolare della Farnesina, sui social ha dichiarato: “Il mondo intero è inorridito e ora capisce contro quali mostri disumani stiamo combattendo. Lotteremo con forza, finchè non vinceremo”.