Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, intervenendo agli Stati Generali della diplomazia culturale, in corso a Palazzo Vecchio di Firenze, ha detto: “L’Italia non è una grande potenza militare. L’Italia non è una delle più grandi potenze del mondo. Certamente però è una grande potenza culturale, forse la più grande potenza culturale nel mondo. E noi ne siamo fieri, siamo fieri della nostra storia, di quello che ha rappresentato la cultura italiana per lo sviluppo dell’umanità. Non è un caso che la sede del Ministero degli Esteri sia anche la sede di una delle più grandi esposizioni di arte contemporanea nel nostro Paese”.
“Ho voluto scegliere la città di Firenze come sede di questa giornata di lavoro degli stati generali e delle nostre direttrici e direttori degli studi italiani di cultura perché Firenze è la città di Dante Alighieri”.
“Dante Alighieri è il padre della nostra lingua e il poeta, credo, che abbia il maggior numero di traduzioni della sua opera principale nelle diverse lingue del mondo. Ed ecco perché ho chiesto ad uno dei più grandi registi italiani, Pupi Avati, che è mio consigliere come vicepresidente del Consiglio, di poter proiettare in tutte le sede dei nostri Istituti italiani di cultura il film ‘Dante’. Questo film sarà proiettato in tutte le nostre sedi; a Tokyo, addirittura, sarà proiettato al Festival del Cinema del Giappone, e poi la sera in ambasciata ci sarà un grande evento alla presenza proprio del maestro Pupi Avati, perché noi vogliamo promuovere anche cinema e cultura”.
La diplomazia culturale “ci fa contare di più, ci fa essere unici al mondo, ecco perché è fondamentale. Vorrei incrementare il numero degli Istituti italiani di cultura, il numero delle scuole italiane e incrementare i corsi di lingua italiana nelle università del mondo”.
“Avere degli italofoni significa avere interlocutori che comprendono meglio la nostra realtà”, ha spiegato il vicepremier. “Come le ambasciate che devono essere trampolini di lancio per la internazionalizzazione delle nostre imprese, per favorire l’esportazione. Possiamo fare molto attraverso le ambasciate che devono promuovere il nostro saper fare, anche il saper fare italiano è cultura, è conoscenza”.
“La cultura unisce i popoli, è lo strumento migliore per esportare pace e contrastare la violenza. La nostra politica estera conta molto sulla diplomazia culturale, la cultura è parte della nostra strategia”, ha concluso il titolare della Farnesina.