Repubblica Dominicana in lutto, dopo la tragedia del crollo del tetto della discoteca Jet Set, a Santo Domingo.
Tra le almeno 218 vittime, c’è anche l’italiano Luca Massimo Iemolo, originario di Catania, oltre a una donna con la doppia cittadinanza.
La discoteca Jet Set da sempre viene considerata una delle colonne portanti della movida nella capitale dominicana: il locale adesso solo un cumulo di macerie.
Nessuno tornerà a cantare nè a ballare in quel posto. Dove una volta sorgeva il night club considerato un tempio per gli appassionati di merengue, salsa e musica dal vivo, oltre alle macerie c’è solo la disperazione dei familiari delle vittime, che non si rassegnano alla scomparsa dei loro cari.
Di fronte alla catastrofe, Papa Francesco ha inviato un messaggio di cordoglio, e il presidente Luis Abinader ha decretato tre giorni di lutto nazionale, mentre le squadre di soccorso proseguono a scavare tra terra e detriti nella speranza di trovare ancora qualche superstite.
“Non abbandoneremo nessuno”, ha fatto sapere il direttore del Centro di operazioni di urgenza, Juan Manuel Méndez, che con i suoi “angeli” è riuscito a salvare almeno 189 persone.
Non è noto il dato ufficiale delle persone che si trovavano nel locale al momento del disastro costato la vita anche a Rubby Pérez, interprete di merengue di peso mondiale sul palco al momento del crollo. Indiscrezioni indicano la presenza di circa 600 persone e i video sui social mostrano un fuggi fuggi generale quando il rombo del crollo ha trasformato la festa in un incubo.
Tra i presenti c’era anche Luca Massimo Iemolo, chef catanese di 48 anni, sposato, due figli, e una passione per i balli latinoamericani. Gli piacevano “salsa e merengue”, racconta il collega etneo Stefano Bonnici, che due sere prima l’aveva accompagnato nella stessa discoteca.
“Lavoravo con lui – spiega – mi aveva chiamato mentre ero in Messico e mi aveva chiesto di dargli una mano”.
Iemolo aveva studiato all’alberghiero e lo scorso anno era partito per Santo Domingo per iniziare la sua avventura come chef del Sarah Restaurant. A marzo aveva scritto su Facebook: “Si inizia volare”. Ed è stato proprio lo staff del ristorante a dare la notizia della scomparsa del catanese, ricordando lo chef come “un professionista appassionato, che viveva il suo mestiere con dedizione, rispetto e amore per i sapori”.
Il suo “modo di lavorare in squadra ha lasciato un segno che non dimenticheremo”, affermano i suoi compagni di lavoro.
Sulla rete intanto corrono messaggi di cordoglio e sgomento degli amici e dei familiari: “Per noi tutti non sei stato solamente uno chef, sei stato un buon padre, un amico ma soprattutto un fratello…” e “mi raccomando fatti valere come sempre, il mio non è un addio ma un semplice arrivederci chef, grazie di tutto, sappi che ora più che mai mi mancherai”.
A dare un’ulteriore testimonianza della tragedia che ha investito il paradiso caraibico di Santo Domingo è ancora Bonnici. “Ho visto i corpi delle vittime estratti dalle macerie, uno a uno”, afferma. Poi il pensiero torna subito all’amico: “Massimo era forte, disponibile e tenace”.