“Sostengo le richieste di coloro che dicono di poter entrare in chiesa, seppur ordinatamente, con le distanze di sicurezza, per la messa di Pasqua, magari un po’ alla volta, in quattro o cinque. Rispettando le distanze, in numero limitato: la Pasqua per milioni di italiani può essere un momento di speranza”. Ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini, proseguendo nel ragionamento: “Si può andare dal tabaccaio perché senza sigarette non si sta, per molti è fondamentale anche la cura dell’anima oltre alla cura del corpo. C’è un appello mandato ai vescovi di poter permettere a chi crede, rispettando le distanze, con mascherine e guanti e in numero limitato, di entrare nelle chiese, come si entra in numero limitato nei supermercati. La Santa Pasqua, la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, per milioni di italiani può essere un momento di speranza da vivere”.
Subito si è sollevato in coro un polverone di polemiche, dalle critiche del Sindaco di Milano a Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana – Leu): “Salvini arriva perfino a fare il ministro del culto”, passando per lo showman Fiorello: “Secondo me potrebbe essere un errore”.
Anche nello stesso mondo cattolico, con Don Dino Pirri (sacerdote di San Benedetto del Tronto): “Caro Salvini, oggi le chiese sono chiuse perché noi preti rispettiamo la legge del nostro Paese. Obbediamo ai nostri vescovi e non a te. Non usiamo il nostro popolo, ma lo amiamo. Non ci sta a cuore il consenso ma il bene comune. Domenica delle Palme”.