Dopo giorni di intense trattative il Partito Democratico di Enrico Letta ha siglato un accordo con Azione di Carlo Calenda e +Europa di Benedetto Della Vedova: intesa per correre uniti alle politiche del 25 settembre, con un patto preciso per i collegi uninominali. Non saranno candidati né i leader, né gli ex del Movimento 5 Stelle o di Forza Italia.
“Credo che il passo che abbiamo fatto oggi renda queste elezioni veramente contendibili”. Ha aggiunto Calenda: “non credo che gli italiani siano disponibili a farsi sottomettere a una proposta che li porta ai margini del sistema europeo, e parlo di dignità; la scelta è tra l’Italia che sta con i grandi paesi europei e l’Italia che sta con Orban e Putin perché alla fine della fiera questa è la storia”.
Quanto ai programmi: il patto prevede fra l’altro di “Correggere lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il ‘Bonus 110%’ in linea con gli intendimenti del governo Draghi”. I candidati nei collegi uninominali saranno al 70% per il PD e al 30% per i partner, “scomputando però quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale”.
Si profila così il Grande Centro, escluso per ora Matteo Renzi, ma chissà; mentre Letta non chiude le porte alle alleanze a sinistra: “E’ un patto elettorale che ovviamente riguarda il PD, Azione e + Europa ma sta all’interno di un accordo che riteniamo sia più importante fare più largo con altre componenti con cui parleremo”.
Si chiamano quindi a raccolta i ‘cespugli’. Il primo colloquio annunciato poi da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: Sinistra Italiana ed Europa Verde, già all’opposizione del governo Draghi, parleranno con il PD perché si sentono “parte responsabile” nella lotta contro il centrodestra ma assicurano ai sostenitori delusi, solo se avremo garanzie sui programmi.