Papa Francesco, durante l’udienza generale del mercoledì, è intervenuto per ricordare che il mondo è stato duramente ferito dalla pandemia, ma è anche minacciato da altri ‘virus’ e patologie come l’individualismo e l’indifferenza.
“La pandemia – ha detto Bergoglio – ha messo in risalto quanto siamo tutti vulnerabili e interconnessi. Se non ci prendiamo cura l’uno dell’altro, a partire dagli ultimi, da coloro che sono maggiormente colpiti, incluso il creato, non possiamo guarire il mondo. È da lodare l’impegno di tante persone che in questi mesi stanno dando prova dell’amore umano e cristiano verso il prossimo, dedicandosi ai malati anche a rischio della propria salute. Sono degli eroi! Tuttavia, il coronavirus non è l’unica malattia da combattere, ma la pandemia ha portato alla luce patologie sociali più ampie”. Una di queste patologie, osserva il Pontefice, è la visione distorta della persona, “uno sguardo che ignora la sua dignità e il suo carattere relazionale”.
“A volte – ha aggiunto – guardiamo gli altri come oggetti, da usare e scartare. In realtà, questo tipo di sguardo acceca e fomenta una cultura dello scarto individualistica e aggressiva, che trasforma l’essere umano in un bene di consumo. Nella luce della fede sappiamo, invece, che Dio guarda all’uomo e alla donna in un altro modo. Egli ci ha creati non come oggetti, ma come persone amate e capaci di amare; ci ha creati a sua immagine e somiglianza”.