Javier Milei, presidente eletto della Repubblica Argentina, ha annunciato che privatizzerà i media che compongono il servizio pubblico di informazione: Tv, Radio Nazionale e agenzia di stampa Télam.
“Riteniamo che la televisione pubblica sia diventata un meccanismo di propaganda”, ha detto nel corso di un’intervista con Radio Mitre, aggiungendo che nel corso della campagna elettorale “il 75% di quello che è stato detto su di noi ha avuto una connotazione negativa”, “bugie per alimentare la campagna della paura”.
Nella stessa intervista il politico ultraliberista ha anche confermato la volontà di chiudere la Banca centrale, considerato ‘un obbligo morale’, e ‘dollarizzare’ l’economia.
Milei ha manifestato la volontà di eliminare rapidamente il ‘cepo’, meccanismo che impone un limite all’acquisto di dollari. Prima però – ha chiarito – è necessario risolvere il problema del Leliq (meccanismo che coinvolge Banca centrale e banche commerciali per limitare la circolazione di moneta e contenere l’iper inflazione).
“Inizieremo con la riforma dello Stato e la risoluzione del problema del Leliq. Sono le questioni più urgenti per mettere ordine nei conti pubblici e poter rapidamente eliminare il cepo”, ha osservato. “Stiamo lavorando sull’ingegneria finanziaria in modo che il passaggio sia accettabile per i mercati. E’ molto importante che l’economia torni a crescere”.
Per il nuovo presidente dell’Argentina ci vorranno “18-24 mesi” per riportare sotto controllo l’inflazione, attualmente al 143% annuo. Tuttavia, l’economista ha dichiarato in un’intervista a Radio Continental, dopo la vittoria delle elezioni, che non intende eliminare immediatamente i controlli sui cambi, altrimenti “finiremmo con l’iperinflazione”.
Per quanto riguarda il Fondo Monetario Internazionale (FMI), al quale l’Argentina deve rimborsare un prestito di 44 miliardi di dollari concesso nel 2018, Milei ha affermato che il suo team ha “dialogato con l’ente per diverso tempo”. Tuttavia il programma di aggiustamento fiscale “è morto”. Il Paese, secondo il presidente, è ben oltre gli obiettivi di deficit, “vicino al 3% del PIL invece dell’1,9%”. È necessario quindi correggere questa situazione “il più rapidamente possibile”.
Milei invita a insediamento Bolsonaro, che accetta
L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha chiamato oggi il presidente eletto argentino Javier Milei, per congratularsi con lui, esclamando all’inizio della video-telefonata: “Ciao Milei, rallegramenti! Sono molto felice!”. “Abbiamo vinto!”, gli ha detto con gioia il presidente eletto, frase a cui Bolsonaro ha replicato che “avrai da ora in poi molto lavoro, e moltissimo fuori dall’Argentina”.
Aggiungendo che “tu rappresenti molto per noi, e voi democratici rappresentate molto per il Brasile, Giusto?”. “E stai sicuro – ha sottolineato – che “qualsiasi cosa io possa fare per te, la farò. Sarò a tua disposizione e se Dio ti illuminerà e proteggerà tu farai un governo buono per i nostri Paesi”. Per poi concludere in tono scherzoso: “Quasi quasi sono sul punto di tifare Argentina nella partita con il Brasile che si giocherà domani al Maracanà”. A questo punto Milei ha detto che “sarebbe per me un grande onore se voi, Jair e Eduardo, veniste il 10 dicembre al mio insediamento”. E Bolsonaro ha risposto: “Verremo, verremo”.
GOVERNO MILEI AVRA’ OTTO MINISTRI, I PRIMI NOMI
Il presidente eletto dell’Argentina, Javier MILEI, ha confermato che il suo governo avrà solo otto ministri. Intervistato da radio Mitre, MILEI ha già fatto i primi nomi. Alla Giustizia andrà Mariano Cuneo Libaron, un avvocato mediatico più volte al centro delle cronache. Della squadra, anche se non è stato detto in quale ruolo, farà parte anche Florencio Randazzo, che è stato capo di gabinetto dell’ex presidente Cristina Kirchner. “Vi sorprenderemo con la squadra che stiamo formando. Stiamo coinvolgendo specialisti di diversi settori convinti di poter cambiare l’Argentina con le idee di libertà. Prenderemo i più talentuosi, non importa da dove vengano”, ha dichiarato MILEI, eletto al ballottaggio con il 55, 7% sulla base di un programma libertario populista di estrema destra. Il suo insediamento avverrà il 10 dicembre.
Altro nome confermato per il governo è quello di Carolina Piparo come ministro per l’Amministrazione pubblica e la Sicurezza sociale. In lista anche due ex ministri del presidente conservatore Mauricio Macrì, Guillermo Dietrich e Javier Iguacel, per i quali non è stato specificato il ruolo. In campagna elettorale, MILEI aveva citato Nicolas Posse come suo capo di gabinetto, Sandra Pettovello come ministra del capitale umano e Diana Mondino agli Esteri. Mondino ha più volte pubblicamente detto che l’Argentina non dovrebbe entrare a far parte dei Brics, il gruppo che unisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
L’invito ufficiale a Buenos Aires a entrare nel gruppo era arrivato in agosto in occasione del summit dei Brics in Sudafrica. MILEI non ha ancora detto chi sarà titolare del ministero chiave dell’Economia, ma ha spiegato di aver affidato alla vice presidente eletta, Victoria Villaruel, il compito di scegliere i ministri dell’Interno e la Difesa. Su posizioni di estrema destra, Villaruel è nota per aver messo in dubbio il numero di 30mila desaparecidos durante la dittatura argentina.