Domenica mattina, proprio nel giorno di Ferragosto, sono cominciate le operazioni per il rientro in Italia del personale dell’ambasciata a Kabul e dei connazionali presenti in Afghanistan. Ieri l’appello della Farnesina tramite una mail mandata agli italiani presenti in Afghanistan a ritornare in Italia – “Le formuliamo l’invito a lasciare il Paese con questo mezzo”, si legge nel testo – tramite il volo messo a disposizione dall’aeronautica militare. Volo organizzato per le ore 21.30 di domenica.
Il personale dell’ambasciata e i cittadini italiani che hanno risposto all’appello della Farnesina sono arrivati all’aeroporto di Kabul nelle prime ore del pomeriggio.
Intanto la crisi afghana interroga e preoccupa la politica italiana mentre si aspetta che il governo venga a riferire alle Camere.
La data ancora non e’ stata fissata, ma sin dalle scorse ore non si e’ escluso che i ministri degli Esteri e della Difesa, Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, possano svolgere la loro informativa, nelle commissioni competenti, entro fine agosto.
Nel frattempo nell’arco dei partiti costituzionali (da Renzi a Meloni, a Salvini), non mancano le bocciature alla decisione di ritirare il contingente internazionale dal Paese, ormai occupato dai Talebani. Anzi, c’e’ chi – come l’ex vicepresidente del Consiglio del governo Berlusconi II, Marco Follini – paventa, con il precipitare degli eventi, la fine della Nato.
Luigi Di Maio sta seguendo le operazioni in contatto con l’Unita’ di crisi della Farnesina e con la nostra ambasciata a Kabul, mentre anche tutte le altre ambasciate occidentali si stanno svuotando con voli militari inviati dalle diverse capitali, mantenendo tuttavia una rappresentanza nello scalo della Capitale.