Fratelli d’Italia ha presentato oggi al Senato un disegno di legge per l’istituzione del voto elettronico nella Circoscrizione estero.
Roberto Menia, responsabile del Dipartimento Italiani nel mondo del partito, ha spiegato: “Intendiamoci: in Italia è corretto che si continui a votare con la propria matita nelle urne e sulla scheda di carta, discorso diverso è per l’estero dove il sistema che si utilizza attualmente per i quasi 6 milioni di cittadini italiani è quello per corrispondenza, un voto che dimostra ormai di essere ‘antico’ e di non rispondere alle esigenze di trasparenza, segretezza, genuinità del voto”.
Ecco che secondo Menia all’estero è necessario “introdurre il voto elettronico, con gli strumenti e con le tecniche che vengono messe a disposizione”.
“Per questo il ddl affida la delega al governo per individuare la migliore soluzione per operare attraverso questo sistema. Questo garantirebbe, nel momento in cui il ddl venisse approvato, risultati certi, trasparenti, immediati ed è quello che oggi ci vuole: seguire la modernità e attribuire certezza al voto all’estero, che per noi è una grande conquista figlia della storia della destra italiana”.
“La legge elettorale all’estero dovrebbe essere uniformata a quella nazionale, la ricerca di preferenze su collegi vastissimi spesso ha premiato non certo i migliori. Posto che i seggi all’estero sono diventati 8 alla Camera e 4 al Senato, le quattro sub-circoscrizioni sono di fatto dei collegi uninominali e sarebbe molto meglio che i partiti o le coalizioni indicassero il meglio con una lista di uno o due candidati” sottolinea il responsabile per gli italiani all’estero di Fratelli d’Italia, che ha espresso perplessità anche sul prossimo rinnovo dei Comites previsto per il 3 dicembre: “Per i Comites – afferma – si vota con il sistema inaugurato dal governo Renzi, cioè quello che bisogna iscriversi per votare, di fronte a una platea che non sa semplicemente che tutto questo esiste. L’altra volta ha votato il 3% degli aventi diritto, noi andremo a votare adesso, con interi continenti in piena pandemia: voterà l’1%? Che senso ha? Sarebbe meglio prorogare il voto di qualche mese per operare una riforma dei Comites e approfittarne per sperimentare il voto elettronico”.
Luca Ciriani, capogruppo di Fdi, ha osservato: “In questa legislatura abbiamo voluto non dimenticare il tema degli italiani all’estero, che in realtà è stato totalmente abbandonato dalla politica. Il covid non è una giustificazione sufficiente, gli italiani all’estero sono un’altra Italia fuori dall’Italia che non possiamo dimenticare. Il tema di come votano i nostri concittadini all’estero non è più rinviabile. Da parte nostra c’è la volontà di accendere i fari della politica su di loro, per non farli sentire abbandonati”.
Primo firmatario del disegno di legge è il senatore Patrizio La Pietra: “Questo ddl nasce da un’attenzione che Fratelli d’Italia e la destra italiana hanno da sempre per i nostri connazionali all’estero, in particolare in questa legislatura. Da qui nasce anche l’esigenza di dare una risposta concreta al voto per gli italiani all’estero, che è stato troppe volte condizionato da situazioni illegali: il nostro intento è garantire a tutti i nostri connazionali la qualità del loro voto, che rispecchi la loro volontà”.
Il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, da parte sua ha spiegato che “il modo in cui vengono eletti i nostri parlamentari all’estero è superato e oltretutto non è garantita la segretezza e la genuinità del voto. E sono molto buono nel non calcare i toni. Questo ddl offre un’alternativa che il governo potrà vagliare, approfondire e realizzare nel solco dei principi che in questo ddl sono indicati. Il tempo per farlo c’è, vedo che anche questa volta non è imminente una votazione politica nazionale”.