Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, venerdì 23 giugno con il suo intervento alla Farnesina ha chiuso i lavori del Consiglio Generale degli italiani all’estero, iniziati lunedì 19 con l’elezione del nuovo Segretario Generale (riconfermato Michele Schiavone).
Tajani – apparso agli occhi di tutti molto disponibile, sia a livello istituzionale che umano (selfie, strette di mano e la possibilità di scambiare qualche battuta con lui) – ha toccato diversi temi che interessano da vicino gli italiani nel mondo: la necessità di rafforzare i servizi consolari, per esempio, è stata indicata come una priorità dal ministro: “Sin dall’inizio del mio mandato ho dato priorità a migliorare i servizi consolari”, ha affermato. “Stiamo cercando di rafforzare l’organico, i Consolati sono pilastri della nostra rete all’estero”. E ancora: “Il governo sta valutando il rafforzamento della rete consolare. Stiamo mettendo a punto servizi di semplificazione attraverso il digitale”.
Tajani ha poi sottolineato l’importanza di fare iscrivere all’AIRE gli italiani nel mondo: “Bisogna invitare gli italiani all’estero ad iscriversi all’Aire per avere una mappatura. Anche perché possano avere una giusta rappresentanza” all’interno degli organismi di base e delle istituzioni.
“L’Italia non e’ solo un luogo geografico, non e’ solo lo stivale con le sue isole. L’Italia sono tutti gli italiani che vivono nel mondo, che hanno il nostro passaporto, ma anche quelli che oggi non ce l’hanno più. E’ giusto che tutti tutelino l’interesse nazionale, quello della nostra patria, che e’ qualcosa di piu’ grande della questione geografica o politica”.
Non poteva mancare l’accenno al turismo delle radici, “un’iniziativa che stiamo portando avanti nell’ambito del Pnrr, per fare in modo che i discendenti degli italiani all’estero possano conoscere i propri luoghi d’origine”.
Tajani davanti alla plenaria CGIE ha annunciato che l’8 agosto sarà a Marcinelle – annuncio accolto da un caloroso applauso – “per ricordare i minatori morti in quella miniera di carbone, che rappresentano in maniera straordinariamente drammatica il contributo che noi italiani abbiamo dato alla crescita economica non solo del Belgio ma di tutta l’UE”.
Nell’ambito della settimana della cucina italiana nel mondo, “stiamo pensando a dei progetti pilota per presentare la cucina tradizionale di alcune regioni italiane” – ha fatto sapere il titolare della Farnesina -, “per valorizzare alcuni piatti o ricette che generalmente non si conoscono all’estero”. “L’idea è che gli italiani all’estero possono diventare i nostri ambasciatori”.