“Sono deluso nell’apprendere che nella recentissima approvazione della finanziaria il Governo non abbia preso in considerazione quanto auspicato dal CGIE e dalla DGIT del MAECI, come espressamente descritto a pag. 17-18 nella relazione di Governo presentata durante l’Assemblea Plenaria del CGIE il 14 Dicembre scorso”. Lo dichiara in una nota Vincenzo Arcobelli, Presidente CTIM e Consigliere CGIE.
“Negli ultimi giorni – prosegue – ho ricevuto da varie parti del mondo, nella mia qualità di Rappresentante al CGIE e Presidente del CTIM, quesiti e lamentele nei riguardi di tutto il Governo ed in particolare del Ministro degli Affari Esteri Di Maio (che sulla carta risulta anche essere il presidente del CGIE), e del Sottosegretario con la delega per gli Italiani nel mondo, Della Vedova, per non aver ottenuto soluzioni ai potenziamenti di quei capitoli di bilancio che interessano le rappresentanze dei Comites (cap. 3103 invariato per il 2022), con in previsione 1 milione di euro in meno per il 2023 -2024, ed altri relativi agli Italiani all’estero”.
“Prendo atto ancora una volta delle solo parole e di una politica estremamente miope per ciò che riguarda le varie tematiche che interessano il sistema Italia e gli Italiani all’estero. Come reiterato durante l’ultima Assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, la responsabilità di non essere stati capaci a fare inserire l’emendamento proposto che favorisse minimamente le politiche dei connazionali di oltre confine nel decreto riguardante la legge della stabilità da poco approvata, è di tutti i Partiti e di quei Deputati e Senatori (soprattutto gli eletti all’estero) silenti che appartengono alla maggioranza parlamentare ed al Governo, e che non si sono battuti fino in fondo”.
“Continuo ad assistere ad annunci propagandistici da parte di esponenti di partiti che sostengono questo Governo, quando invece nelle varie Sedi Consolari nel mondo si necessita da anni di un potenziamento del personale per poter intervenire efficientemente e soddisfare il minimo dei servizi. Non più parole, ci vuole solo concretezza, soprattutto in questo periodo di continua crisi pandemica, che non impedisce a noi operatori all’estero di guardare con più ottimismo il futuro”.