Javier Milei, candidato ultraliberista alle presidenziali dell’Argentina, giunto secondo con il 29,9% dei voti al primo turno dietro al peronista progressista Sergio Massa, ha aperto all’ingresso della candidata del centrodestra Patricia Bullrich in un suo eventuale futuro gabinetto.
“Se vuole sommarsi è benvenuta, è stata efficiente combattendo l’insicurezza, per cui non abbiamo problemi”, ha detto Milei in un’intervista.
Sono certamente dichiarazioni dal tono molto diverso rispetto a quelle pronunciate in campagna elettorale, quando ha accusato Bullrich di aver piazzato bombe negli asili durante il suo passato come militante del gruppo armato di sinistra Montoneros, negli anni ’70.
L’ultraliberista ha dunque deciso di abbandonare la politica di confronto con il centrodestra per tentare un riavvicinamento che gli permetta di dirottare su di sé almeno una parte del 23% dei voti ottenuti da Bullrich in vista del ballottaggio.
“La campagna elettorale – aveva detto Milei nel suo recente discorso – ha fatto sì che molti di quelli che vogliono un cambiamento si trovassero contrapposti; considero concluso quel processo di aggressioni e attacchi. Sono disposto a partire da zero per farla finita con il kirchnerismo”.
Prima lo slogan era “o casta o libertà”, oggi si parla di “mettere una volta per sempre fine al peronismo”, più precisamente alla famiglia politica legata agli ex presidenti Nestor e Cristina Kirchner, protagonista da tempo della scena.
Io e Macri, ha proseguito Milei, “conosciamo i rischi” legati alla continuita’ del “kirchnerismo”, specie con qualcuno tanto “abile e perverso” come Massa.
Bullrich, che ha ottenuto solo il 23,83 per cento dei voti, mantiene per ora distacco. “Abbiamo la convinzione che il Paese debba abbandonare il populismo se vuole crescere e mettere fine alla povertà. Non saremo mai complici delle mafie che hanno distrutto il Paese. I nostri valori non si vendono ne’ si comprano”, ha scritto Bullrich in un messaggio pubblicato sul proprio profilo X.
PIETRO SORBA: IL VOTO ARGENTINO HA STUPITO TUTTI
“Il voto argentino ha stupito me come tutti, il candidato che ha vinto, Massa, ovviamente origini italiane come quasi tutti, non godeva certo dei favori del pronostico. Un anno fa è stato proposto come super ministro dell’economia e i risultati della sua manovra sono stati disastrosi. Nessuno si sarebbe aspettato la sua rimonta. Però c’è da dire che il partito peronista è così: molto radicato, molto strutturato, e grazie a queste caratteristiche è riuscito a ricompattare le file e sostenerlo”. È l’analisi che fa a Il Secolo XIX Pietro Sorba, uno dei giornalisti enogastronomici più famosi del Sudamerica. Sorba vive in Argentina dal 1992 e anche per questo il sindaco Bucci ne ha fatto uno dei primi ambasciatori genovesi nel mondo.