Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico e numero due della Lega, a margine del suo intervento al Meeting di Rimini, a proposito della prospettiva di un Governo Draghi che – come auspicato dal leader del Pd, Enrico Letta – arrivi fino ad aprile del 2023 quando finirà questa legislatura, ha osservato: “Per fare il presidente del Consiglio, in Italia, serve una maggioranza parlamentare: da qui alla fine della legislatura succederanno tante cose e si verificheranno tante situazioni, a partire dalle prossime elezioni comunali nelle principali città italiane. Sono sempre gli elettori che decidono chi deve governare”.
Per l’esponente leghista, un discorso identico riguarda le prospettive per un centrodestra che, passando per una federazione, si presenti unito nonostante il fatto che oggi due formazioni, Lega e Forza Italia, stiano al governo e una, Fratelli d’Italia, stia all’opposizione.
“Sono favorevole a questo percorso politico”, afferma aggiungendo significativamente: “Fra un po’, avremo un quadro politico diverso da quello attuale…”.
E a proposito del tanto discusso caso Durigon: “Un membro del Governo si dimette o perché lo chiede il presidente del Consiglio, o perché lo chiede il suo partito, o perché glielo chiede la sua coscienza. Posso solo aggiungere che, quando si hanno responsabilità di governo, occorre stare sempre attenti…”.
Ricordiamo che da parte di Pd e M5s è arrivata la richiesta di dimissioni del sottosegretario leghista Durigon.
Un discorso simile a quello relativo a Durigon – sotto accusa per aver chiesto di re-intitolare il parco di Latina (ora dedicato ai giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) al fratello del duce Arnaldo Mussolini – per Giorgetti riguarda anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, criticata dal leader leghista Matteo Salvini rispetto all’azione di contrasto ai migranti, chiedendo un cambio al Viminale. “Per Lamorgese, vale come per Durigon”, ribadisce Giorgetti.
“Questo e’ un governo particolare con un’ampia rappresentanza di partiti diversi. Il governo ha la necessita’ di toni bassi, la politica di toni alti va bene in campagna elettorale. Le cose sono difficilmente conciliabili, spero prevalga l’interesse del Paese”.