È atterrato a Ciampino il volo di Stato predisposto per riportare in Italia le salme dell’ambasciatore in Congo, Luca Attanasio, e del carabiniere, Vittorio Iacovacci, uccisi durante un attacco ieri a Goma. Sull’aereo viaggiava anche la moglie del diplomatico insieme alle loro tre figliolette.
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“Abbiamo abbassato la bandiera Ue a mezz’asta oggi per rendere omaggio all’ambasciatore italiano Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi ieri in un attacco a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. Porgiamo il nostro più profondo affetto alle loro famiglie e ai loro amici”. Così su Twitter il Consiglio europeo, allegando al post una foto delle bandiere Ue a mezz’asta.
E’ in volo l’aereo che riportera’ le salme di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci in Italia. L’arrivo a Ciampino è previsto nella tarda serata, intorno alle 23. Domani sono previste le autopsie al Policlinico Agostino Gemelli.
Le salme, secondo quanto si apprende, al loro arrivo a Ciampino saranno accolte dal premier Mario Draghi e dai ministri della Difesa e degli Esteri, Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio.
La Farnesina ha chiesto e ottenuto di effettuare in Italia l’esame autoptico, disposto dalla procura di Roma.
”A perdere la vita è stato uno dei pochissimi ambasciatori che riusciva a unire la grande professionalità e il ruolo istituzionale con un’umanità che io non ho mai riscontrato in nessun altro Paese e in nessun altro ambasciatore”. Così Nicolò Carcano, responsabile dei progetti dell’ong Avsi in Congo, ricorda con l’Adnkronos l’ambasciatore Luca Attanasio.
”Ci ha sempre aiutato, abbiamo parlato tante volte”, racconta Carcano, descrivendo l’Ambasciatore come ”un ragazzo, aveva un anno meno di me”. ”Era una persona buona, che ha perso la vita senza alcun senso. Ho avuto la fortuna di conoscerlo a Goma durante una missione ufficiale febbraio del 2020”, spiega Carcano, che ricorda anche come ”dopo lo scoppio del Covid, quando tutti gli aeroporti erano chiusi, per chi come me aveva genitori molto anziani da assistere in Italia, ha fatto sì che potessi prendere un volo speciale e tornare ad assistere la mia famiglia. Altro motivo per cui sono molto scosso. Pensavo di aver visto tutto, invece mi sbagliavo”.
Un’indagine indipendente, quella che vuole condurre l’ong Avsi sull’uccisione dell’ambasciatore italiano e del carabiniere Vittorio Iacovacci. Perché ”ci sono elementi che non tornano conoscendo il posto” e perché ”sento che glielo devo”, sottolinea ancora Carcano.
”La situazione è molto complessa”, spiega, ma ”sto cercando di muovere il nostro responsabile della sicurezza per condurre un’indagine nostra”, per cercare di ”fare luce su quanto accaduto”. Anche se ”davanti a un evento così drammatico temo che resteranno sempre dei lati oscuri”.
”L’est del Congo è una zona con un equilibrio instabile, con una sicurezza volatile che può cambiare da un giorno all’altro”, prosegue. ”La dinamica dei rapimenti per estorsione è una dinamica normale, una prassi tradizionale in Congo dove i riscatti sono una delle fonti di finanziamento dei gruppi armati”, prosegue Carcano. ”Viene fermato un convoglio di due macchine, sparano all’autista per far capire che non stanno scherzando, che non si può negoziare, ti rapiscono e ti portano nella giungla. Solo dopo inizia la negoziazione”, spiega.
Quello che lascia dei dubbi, prosegue, è il fatto che ”i ranger che sono a guardia del parco e l’esercito congolese abbiano intercettato il gruppo armato e i suoi ostaggi. E che nel conflitto a fuoco siamo morti solo l’ambasciatore e il carabiniere italiano. Questo è un po’ strano”.