Mario Giro, vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, oggi a Torino all’incontro con gli studenti universitari sulle possibilità di lavoro all’estero, ha parlato anche di immigrazione: “I trafficanti ci sono, certo, ma bisogna salvare le vite umane”, ha detto. “Gli sbarchi – ha spiegato – sono sempre avvenuti, anche prima di Mare Nostrum. E’ dagli anni ’90 che ciclicamente, sotto elezioni, si scatenano polemiche. Tutto viene vissuto nell’emergenza. I flussi sono troppo forti? E’ vero. Ci sono i trafficanti? E’ vero, ma resta il fatto che non possiamo venir meno ai nostri valori: le vite umane vanno salvate”.
“C’è stato un passato in cui l’Italia si guardava l’ombelico, ora non piu’. Era 23 anni che non andavamo in Messico – ha esemplificato il viceministro – un paese dove ci sono 1400 imprese italiane”. “L’Italia vive di estero – ha osservato Giro – basti pensare ai 500 miliardi all’anno in esportazioni. Tutto cio’ che viene detto al contrario e’ una fake news”.
OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI ALL’ESTERO
L’appello di Giro ai giovani è quello di partire “senza andarsene dimenticando l’Italia”, perché all’estero “crescono per i giovani le opportunità di lavoro”.
L’occupazione all’estero – osserva il viceministro – non e’ una fuga, ma, quando non diventa stabile, un esperienza che nel curriculum di un giovane puo’ fare la differenza.
E poi un altro appello: “Non seguite le mode. Non esistono soltanto Barcellona e Londra”. Le informazioni che espone a un’Aula piena di studenti parlano di un mondo del lavoro dinamico, flessibile e in crescita: dai campi di lavoro di 3 settimane agli agenti temporanei impiegati nell’Unione Europea con contratti di sei anni e una retribuzione fino a 5.800 euro.
Di fronte alla proposta lanciata nei giorni scorsi da Roberta Pinotti, ministro della Difesa, di rendere obbligatorio il Servizio civile, Giro commenta: “Può essere una opportunità, c’è da pensarci. In una societa’ sfilacciata come la nostra – ha aggiunto – e’ importante offrire delle opportunita’ strutturate. Bisogna organizzarlo bene e spiegare che non si tratta di volontariato perche’ prevede un contributo”.
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