Mario Giro, vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha aperto alla Farnesina la conferenza “Migrazioni e sviluppo”, organizzata dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo. L’obiettivo primario di sradicare nei Paesi in via di sviluppo la povertà, ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo è stato il tema principale dell’evento.
Giro, durante il suo intervento, ha sottolineato: “È controverso il nesso tra migrazione e sviluppo, ma si tratta di un tema centrale nel dibattito europeo, strettamente legato sia alla stabilità che alla sicurezza. La questione migratoria non può essere affrontata come un’emergenza momentanea: chi pensa che sia un fenomeno temporaneo si illude. Si tratta invece di qualcosa a lungo periodo che ha a che fare con tante ragioni: con le guerre, ma anche con motivi economici e culturali, legati alla globalizzazione. Per questo attraversa e incrocia tutti e 17 gli obiettivi dell’Agenda 2030″.
“È altrettanto illusoria l’idea – ha proseguito il viceministro – che ci si possa difendere alzando dei muri: la globalizzazione può essere messa in discussione, ma non può essere fermata. Siamo tutti interconnessi in questo nuovo mondo liquido. Per questo abbiamo l’obbligo di trovare soluzioni flessibili e solide insieme. Non ci sarà una composizione delle questioni senza una condivisione di sforzi e di intenti tra paesi di partenza, paesi di transito e paesi di accoglienza. In quest’ottica il partenariato è fondamentale, non solo tra nazioni ma anche tra pubblico e privato: uno sforzo creativo, in questo momento, è l’unica strada che abbiamo davanti”.
“Il terrorismo che in Europa ha colpito a Stoccolma, a Londra, a San Pietroburgo, per citare solo gli ultimi casi, colpisce anche l’Africa, come ci hanno tristemente mostrato le ultime immagini arrivate da Tanta e Alessandria. La lotta al terrorismo è una lotta comune, avendo sempre chiaro che la sicurezza non si garantisce limitando i flussi; le politiche di respingimento non porteranno frutti. Dobbiamo, invece, fare in modo che i flussi migratori diventino circolari, aiutando gli arrivi e favorendo i ritorni”.
“La cooperazione italiana deve essere innovativa ogni giorno – ha concluso il viceministro degli Esteri Mario Giro – facendo sistema e valorizzando le migliori pratiche senza paura, anche nello sperimentare strumenti nuovi e innovativi. Gli studi demografici ci dicono che in questo momento, nel mondo, c’è un picco nel numero di giovani: sono tanti come mai prima nella storia. Abbiamo l’obbligo di utilizzarli al meglio, altrimenti saranno preda di facili avventure”.
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