Booking.com rende noto che la prenotazione online di camere d’albergo, appartamenti e b&b sta prendendo sempre piu’ piede nel nostro Paese. I dati emersi da una ricerca realizzata dal colosso del turismo via web in collaborazione con Oxford Economics e presentata oggi a Roma nel convegno “L’impatto sull’economia italiana delle piattaforme di prenotazione online dei viaggi” rivelano infatti che la modalita’ ‘digitale’ nel 2015 in Italia ha generato circa 13 milioni di notti in piu’ rispetto a quelle prenotate tramite canali tradizionali e ha creato un giro d’affari aggiuntivo dell’indotto pari a circa 2.3 miliardi di euro. Un successo che probabilmente e’ tra le dirette conseguenze della scelta, sempre nel 2015, da parte di Booking.com (e dell’altro gigante Expedia) di rinunciare alle clausole che imponevano agli albergatori di riservare alle vendite online le tariffe migliori e la maggior disponibilita’ di camere (la cosiddetta ‘wide parity clause’), lasciando quindi ai singoli alberghi maggiore flessibilita’, con la possibilita’ di offrire prezzi e disponibilita’ diverse a seconda della piattaforma usata.
Secondo quanto riportato dallo studio, l’Italia e’ tra i Paesi europei quello che maggiormente sta puntando sulla prenotazione online: si calcola che le OTA orientino circa il 35% dei viaggi e circa il 28% delle notti nel nostro Paese, con un 14% dei pernotti complessivi attribuibili all’attivita’ di Booking.com. La tendenza riguarda sia la domanda che l’offerta.
Alla maggiore chiarezza per il cliente sia nei prezzi che nelle caratteristiche delle strutture scelte, con i giudizi degli altri utenti, le fotografie veritiere e i prezzi piu’ bassi, corrispondono altrettanti benefici per gli operatori alberghieri: questi ultimi hanno infatti una maggiore possibilita’ di farsi conoscere (soprattutto le realta’ aziendali piu’ piccole, magari a conduzione familiare, molto piu’ presenti in Italia rispetto alle grandi catene di alberghi) e di penetrare anche il segmento degli utenti stranieri, con un conseguente aumento dell’occupazione per tutto il settore turistico. Cio’ sottintende che alberghi e appartamenti garantiscano il cosiddetto parity rate, ossia la stessa tariffa sul proprio sito e su quello delle OTA, condizione questa “essenziale al nostro modello di business”, spiega Andrea D’Amico, Regional Director di Booking.com, “diamo alle strutture molti servizi per i quali non ci facciamo pagare e su cui investiamo molto. In cambio chiediamo la parita’ tariffaria, per favorire le vendite”.
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