Il primo vertice europeo del 2012 oggi a Bruxelles, gli incessanti sviluppi dell’azione di governo in Italia e la scomparsa dell’ex-presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che fu al Quirinale nei tumultuosi anni successivi a Tangentopoli, costituiscono i principali elementi della cronaca politica di questo inizio di settimana e della conclusione del primo mese di un anno cominciato tra timori e speranze.
Apparentemente scollegata dal vertice europeo e dall’attività di governo, la morte di Scalfaro, in un momento difficile della vita politica ed economica italiana (ed europea) acquista in
realtà il valore di un segno, di un’occasione per riflettere sul valore di un agire politico per così dire “all’antica”, capace di affrontare con decisione e lucidità alcuni dei tornanti più aspri e delicati della recente storia nazionale. Da presidente del consiglio Mario Monti gli aveva di recente espresso gratitudine (al contrario il predecessore di Monti e i suoi prodi non avevano perso occasione per ingiuriarlo e accusarlo ingiustamente). Chi scrive ha incontrato l’ex-presidente più volte in anni recenti, sviluppando ogni volta una misura crescente di stima e rispetto, di simpatia e perfino d’affetto.
“E’ stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell’Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale" ha detto il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ricordando Scalfaro. Nonostante le poche voci (per lo più di brutta destra) che anche dopo la morte hanno continuato a definirlo in maniera paradossale (da ultraconservatore a filocomunista) e a suscitare ombre sulla sua figura, coerenza ideale e integrità morale di Scalfaro restano fuori discussione. E ancora oggi, più che mai, restano tra i valori fondamentali necessari a ogni cittadino italiano ed europeo – e dovrebbero esserlo anche per la finanza e tutte le istituzioni internazionali – per uscire dalla crisi che fa soffrire i più deboli
(non rappresentati certo dalle proteste corporative tuttora in corso) e che in particolare domani a Bruxelles terrà ancora i balli tutti quei greci che per mangiare e sopravvivere si stanno
ormai vendendo anche i gioielli di famiglia.
“E’ il momento di concentrare l’attenzione sulla crescita e la creazione di posti di lavoro” hanno sottolineato fonti ufficiali europee riferendosi al vertice di oggi, lunedì, a Bruxelles, dove, sotto la presidenza della Danimarca, i capi di stato e di governo dei 27 si incontreranno dalle 15 alle 19. Giungere all’adozione del cosiddetto “fiscal compact”, una sorta di patto fiscale comune tra
tutti i paesi dell’Unione Europea da varare entro i primi di Marzo; affrontare la questione greca; potenziare il mercato interno; rafforzare il sostegno alle piccole e medie imprese e garantire
lavoro ai giovani sono alcuni dei principali argomenti sull’agenda di oggi a Bruxelles. Escluso il primo ministro inglese David Cameron (che si sfilò il 9 Dicembre scorso dal progetto di fiscal compact) i 26 discutono oggi dell’eventuale ma improbabile applicazione di sanzioni automatiche anche al debito pubblico contro i paesi in deficit eccessivo (Grecia, ma non solo, e
Italia non esclusa) e delle modalità di partecipazione ai vertici dell’Eurogruppo dei paesi non appartenenti all’area dell’euro. Sia questi temi dell’agenda sia qualsiasi altro eventualmente
in discussione, per non diventare solo occasione di ostinazioni, scontri pericolosi e danni irreversibili per tutti, richiedono indiscutibilmente coerenza e integrità proprio come quelle a suo tempo dimostrate da Scalfaro e oggi da Napolitano e Monti.
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