Anche col Governo Draghi continua a far discutere il bonus cashback. Ma l’ufficialità c’è stata e da gennaio 2022, col varo della Legge di Bilancio, la misura verrà definitivamente abrogata. Nella Manovra, in pieno stile, i fondi sono pochi e il cashback costa, dunque viene sacrificato sull’altare dell’austerity. Una notizia che ha già risvegliato i primo malumori, in particolare in seno al Movimento Cinque Stelle, fautore principale della misura. Il leader del Movimento, Giuseppe Conte, ha così invitato il premier attuale a mantenere la parola data, cioè la conferma del cashback. Su cui forse non è detta l’ultima parola perché il panorama grillino non ha intenzione di chiudere bocca o alzare bandiera bianca. L’ex Premier ha parlato di battaglia che il M5S sta combattendo, per impedire il tramonto del programma.
Si va verso una serie di emendamenti per tentare di recuperare la misura già nel 2022 ma, come per il reddito di cittadinanza, eventualmente si varerà qualche modifica. Ammesso che passi. Il cashback non è secondo ad altre tipologie di bonus offerte ai consumatori. Un esempio può essere fornito dai bonus casinò erogati dai principali operatori di gambling in Italia. Bonus che si distinguono per vari motivi.
Possono essere senza deposito o di benvenuto. Nel primo caso si ottiene il bonus senza depositare soldi, nel secondo al momento dell’iscrizione al portale. Il cashback funziona più o meno così ma ora che verrà modificato, quali novità faranno il loro ingresso? Vi sono varie proposte sul tavolo, tutte degne di considerazione.
Tra queste spicca quella legata all’introduzione di una sorta di soglia reddituale, in modo da incentivare solamente i cittadini con un ISEE medio-basso. Il motivo di questa proposta è da rintracciare dai dati raccolti sul bonus cashback nel primo semestre dell’anno attualmente in corso. Difatti nel 2021 è emerso che i maggiori fruitori di questa misura sono stati gli abitanti con in possesso già un reddito medio-alto. Da questo punto di vista la misura rischierebbe di allargare le diseguaglianze già esistenti tra famiglie benestanti ed altre meno benestanti.
Altra strategia sarebbe quella di abbassare il numero minimo di transizioni necessarie per l’erogazione del bonus, ad oggi fissato a 50. Tra le altre novità si varava anche la cancellazione del super bonus cashback, terreno fertile per i tanti furbetti delle piccole transazioni. Si tratta del premio di 1500 euro a favore dei primi 100.000 partecipanti che effettuano il maggior numero di transazioni a prescindere dall’importo versato.
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