Da Mario Monti a Denis Verdini. E’ il cammino politico che si appresta a fare il vertice di Scelta Civica, dopo che ieri sera la direzione nazionale del partito ha bocciato la linea politica di avvicinamento ad Ala. Enrico Zanetti, Mariano Rabino, Giulio Cesare Sottanelli, Angelo Antonio D’Agostino a quanto si apprende hanno deciso di lasciare il gruppo creato dopo le elezioni del 2013, quando a guidare la lista era stato il senatore a vita Mario Monti.
Zanetti e i tre colleghi di Sc hanno deciso di uscire dopo il voto dell’assemblea dei deputati di ieri sera che ha eletto un direttivo contrario alla linea dell’intesa con Ala. L’intento del viceministro all’economia era infatti quello di costituire un polo liberale, insieme ai sostenitori di Denis Verdini e ad altre forze centriste. Sconfitto dal voto di ieri sera, Zanetti, con Rabino, Sottanelli e D’Agostino ha deciso di perseguire il suo obiettivo fuori dal gruppo. Fonti parlamentari spiegano che i 4 di Sc hanno chiesto l’adesione al gruppo misto. E che valutano anche la confluenza con Ala. Oggi in Transatlantico i primi contatti, con Rabino e Zanetti a colloquio con i vertici del gruppo di Ala e con esponenti di Ncd.
"Il nuovo gruppo che stiamo formando alla Camera si chiamera’ Scelta civica-verso Cittadini per l’Italia. Un soggetto che vuole superare Scelta civica e si proietta nell’alveo liberal-democratico europeo dell’Alde". Enrico Zanetti, segretario politico di Scelta civica, mette una pietra tombale sul partito che fu di Mario Monti. Tra i primi contatti, a Montecitorio, quelli con i verdiniani: "Siamo aperti alle convergenze piu’ ampie possibili. L’ipotesi di una partecipazione di Ala ha suscitato forti discussioni, ma io non ho nessuna preclusione a chi e’ disposto a entrare in questo processo politico", dice Zanetti all’agenzia Dire.
La stagione aperta da Mario Monti e’ ormai alle spalle: "Monti e’ andato via nel 2013, sconfessando Scelta civica molto tempo fa, noi siamo andati avanti. Io i paletti li metto rispetto a chi non vuole fare un partito liberaldemocratico, ma vuole fare un partito socialista. Ma se il punto di orizzonte e’ lo stesso, porte aperte a tutti. Se altri col nostro stesso orizzonte politico hanno visioni diverse potranno ben confrontarsi in sede politica e vedremo quale visione prevarra’. Ma basta veramente, e lo dico forte di aver partecipato a un’iniziativa di strepitoso insuccesso, dico ‘basta’ alle aggregazioni politiche che partono non dai contenuti e dalla visione ma dalle fedine penali. Non perche’ le fedine non siano importanti, ma non possono essere il collante di iniziative che imbarcano di tutto e di piu’ in termini di personalismi e di visione politica. Perche’ questa e’ una politica che si fa solo in termini populistici come vediamo fare al Movimento 5 stelle".
Zanetti rilancia l’appuntamento di settembre, quando Scelta civica terra’ il suo gia’ annunciato congresso. Li’ nascera’ Cittadini per l’Italia. E se Verdini si candidasse alla segreteria del nuovo partito? "In linea teorica tutto e’ possibile, ma io intendo ricandidarmi, mi piacerebbe sfidare chiunque dei componenti di Scelta civica non sia in linea con la segreteria. Credo di poter esser segretario di Cittadini per l’Italia. Novita’, freschezza, competenza: sono i profili su cui e’ giusto puntare".
Prima, pero’, c’e’ da costruire un nuovo gruppo alla Camera: "Ho lanciato questo gruppo al quale si stanno iscrivendo sia parlamentari dell’ex gruppo Scelta civica sia parlamentari provenienti da altre realta’ che condividono questo orizzonte politico. Ex Pdl, ex Lega: penso che ci possa essere piu’ di qualche adesione. Sempre a sostegno del governo Renzi e delle riforme. Lavoreremo alla nascita di un soggetto politico nuovo, nell’area di centro e di identita’ liberaldemocratica".
LE REAZIONI POLITICHE Diverse le reazioni politiche davanti allo scenario dipinto da Zanetti. "Apprendiamo dalle agenzie di stampa che da oggi Verdini e’ entrato nel governo, con un vice ministro all’Economia". Cosi’ il capogruppo e i vice capogruppo di Scelta Civica alla Camera, Giovanni Monchiero, Bruno Molea e Giovanni Palladino commentano la nascita a Montecitorio del gruppo ‘Cittadini per l’Italia’, fondato dal viceministro al Mef, Enrico Zanetti e dalla componente di Alleanza Liberal popolare Autonomie. "Il gruppo parlamentare di Scelta Civica – aggiungono – alla luce di questi fatti, di cui prende atto, ribadisce il suo sostegno alla maggioranza e al governo Renzi".
Secondo Andrea Causin, deputato di Area popolare, “Zanetti ha perso 16 deputati su 21 e quindi neppure alla Camera dispone piu’ di una rappresentanza Parlamentare. Rimane percio’ con 3 deputati e un partito estinto”, “per sopravvivere si aggrappa ad un gioco di Palazzo con Denis Verdini, uomo di lungo corso, protagonista della stagione di Berlusconi, e prefigura un percorso con il gruppo Ala nato dalla scissione di Forza Italia". "Mi auguro che Renzi si renda conto che il percorso di riforma del Paese non ha bisogno di ambigue operazioni di palazzo con prospettive dello ‘zerovirgola’ buone solo a mantenere la ‘cadrega’ di chi le promuove" aggiunge Causin che conclude: "Se Zanetti infine avesse un po’ di coerenza lascerebbe immediatamente il suo posto di governo visto che al suo incarico non corrisponde piu’ una rappresentanza parlamentare".
Il leader di Possibile Pippo Civati scrive: "Zanetti, viceministro, voleva portare Scelta Civica – chissa’ che ne pensa Monti – a creare un gruppo con Verdini, facendolo entrare cosi’ nella maggioranza di governo, a cui Verdini non appartiene ufficialmente. Solo che i parlamentari di Scelta Civica non sono d’accordo e rimangono nel gruppo di Scelta Civica mentre Zanetti che e’ leader di Scelta Civica raggiunge il gruppo misto, con altri tre colleghi di Scelta Civica, abbandonati dalla maggioranza dei parlamentari di Scelta Civica. L’obiettivo dei quattro e’ comunque quello della joint venture con Verdini".
"A questo punto – aggiunge – di Scelte Civiche ce ne sono due (sara’ per via del nome), mentre molti parlamentari la loro Scelta l’avevano gia’ fatta, quasi sempre per andare nel gruppo di maggioranza relativa. A volte il trasformismo non compie le trasformazioni. E proprio mentre stai cambiando d’abito si accende la luce. Di colpo. E anche se stai al governo finisci al misto. Alleato di una forza che sta all’opposizione. Poi ci si chiede perche’ i cittadini non ci capiscono piu’ niente".
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