Si aggrava sempre più la crisi in Venezuela, anche e soprattutto dal punto di vista politico. Nicolas Maduro, il presidente del Venezuela, è stato investito da un’ondata di critiche internazionali dopo la decisione della Corte suprema, vicina al potere, di esautorare il Parlamento del diritto di legiferare, definita da molti un “colpo di stato”. In effetti il Venezuela “sta scivolando sempre più verso una vera e propria dittatura”, come afferma il presidente della Commissione esteri del Senato, Pierferdinando Casini, che si rammarica della vicenda occorsa “nonostante i generosi sforzi della Santa Sede e della comunità internazionale”. “Oggi anche chi ha voluto credere nella continuita’ del regime non puo’ che prendere atto che quello attuale ne e’ solo una brutta copia, che non ha niente a che fare nemmeno con l’eredita’ di Chavez”. Esprime pertanto “piena solidarieta’ al Parlamento venezuelano e al suo presidente, Julio Borges”.
Nel frattempo prime proteste in Venezuela dopo la decisione della Corte Suprema di assumere i poteri dell’Assemblea Nazionale, il parlamento del Paese. La decisione e’ stata qualificata dalle opposizioni come “colpo di stato” e ha suscitato vive critiche anche da parte dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e di Canada, Brasile, Argentina, Colombia, Cile, Guatemala, Panama, Peru’ e Messico.
“Se si rompe la divisione dei poteri, si rompe la democrazia. Per la liberta’, la democrazia e lo stato di diritto in Venezuela” ha twittato il Primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. Ieri gruppi di giovani, secondo la stampa locale, simpatizzanti del partito ‘Voluntad Popular’, hanno occupato le strade in diverse zone di Caracas, cercando di bloccare l’autostrada principale scandendo ed esibendo slogan contro la “dittatura”. Sempre nella capitale, circa dodici parlamentari di opposizione si sono scontrati con uomini della Guardia Nazionale e sostenitori del governo che cercavano di impedire loro di avvicinarsi alla Corte Suprema, dove erano diretti per protestare. Nuove manifestazioni sono state convocate dall’opposizione a partire da questo sabato.
Il governo Maduro naturalmente nega tutto. “E’ falso che in Venezuela si sia consumato un colpo di Stato, al contrario le istituzioni hanno adottato correttivi legali per contenere l’attuazione deviata e golpista dei parlamentari oppositori, apertamente dichiarata in sfida alle decisioni emanate dal massimo tribunale della Repubblica”, ha dichiarato la cancelleria di Caracas.
OAS Il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Oas), Luis Almagro, ha convocato una riunione d’urgenza sulla cristi scoppiata in Venezuela. Almagro, che ha denunciato “un colpo di Stato auto-inflitto” ha convocato i rappresentanti permanenti dell’organizzazione “per fare il punto sulla situazione” e decidere come muoversi. Subito dopo l’annuncio della Corte suprema, Almagro aveva definito le misure adottate “gli ultimi atti con i quali il regime rovescia l’ordine costituzionale del Paese e mette fine alla democrazia”. “Ciò contro cui avevamo lottato, purtroppo si è verificato”.
COLOMBIA La Colombia richiama il suo ambasciatore a Caracas e denuncia che la decisione di ieri “ha superato il limite entro cui si era mantenuta fino a ora”. “Ho richiamato l’ambasciatore perché ci informi” della situazione, ha reso noto la ministra degli Esteri Maria Angela Holguin in una intervista a Caracol Radio. “La sola cosa possibile per il futuro del paese è un accordo fra governo e opposizione. Non c’è altra possibilità”, ha aggiunto. Hanno finora richiamato i loro ambasciatori da Caracas anche Perù e Cile.
PARLAMENTO EUROPEO Il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani denuncia le recenti sentenze della Corte Suprema del Venezuela che sono contrarie alla democrazia e violano il principio della separazione dei poteri. Tajani ha parlato oggi con la sua controparte istituzionale, il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela Julio Borges, per garantire il sostegno del Parlamento europeo, dichiarando: “Oggi è un giorno molto triste per la democrazia, da alcuni anni, l’America Latina sta vivendo dei cambiamenti molto importanti e positivi. Tuttavia, siamo preoccupati che il Venezuela stia facendo dei passi indietro e non rispetti i principi cardine della democrazia”. “Chiediamo il rispetto dei principi democratici, dei diritti umani, della separazione dei poteri, come sancito dalla Costituzione venezuelana. Un Paese democratico rispetta la propria Costituzione”, ha affermato Tajani.
MAIE Nella Plenaria CGIE che si è tenuta questa settimana alla Farnesina, il Movimento Associativo Italiani all’Estero ha fatto sentire con forza la propria voce e parlando di Venezuela, attraverso l’On. Mario Borghese, ha detto: “Non possiamo stare a guardare quello che succede in Venezuela, chiediamo al governo italiano di aumentare l’assistenza diretta”, perché i nostri connazionali ivi residenti sono abbandonati a se stessi. L’On. Ricardo Merlo, presidente MAIE, a proposito della crisi venezuelana ha sottolineato: “Il MAIE ripudia il governo del dittatore Nicolás Maduro e chiede al governo italiano qualcosa che fino ad oggi non ha fatto: proteggere i nostri connazionali e attraverso la sua azione diplomatica contribuire all’abbandono del potere di questo dittatore per riportare in Venezuela, dove vivono centinaia di migliaia di connazionali, la libertà e la democrazia”.
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