Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, è stato condannato a 18 anni di prigione dal Tribunale supremo di giustizia di Venezuela in esilio (Tsj). La condanna arriva per un caso corruzione legato all’impresa brasiliana Odebrecht.
Il Tribunale supremo di giustizia di Venezuela in esilio e’ formato da 33 magistrati eletti il 21 luglio dall’Assemblea nazionale venezuelana durante la crisi istituzionale nel paese caratterizzata da scontri e violenze di piazza lo scorso anno. I magistrati risiedono in quattro paesi Panama, Cile, Colombia e Stati Uniti e si riuniscono tutte le settimana via internet. Il tribunale si legittima attraverso la giurisdizione universale, riferendosi nel diritto internazionale a precedenti come quello del tribunale di Norimberga, il tribunale per l’ex Jugoslavia e quello per il Ruanda. L’Organizzazione degli stati americani, il parlamento europeo e la federazione interamericana degli avvocati riconoscono la giurisdizione del tribunale. Non altrettanto la corte suprema venezuelane (Stj), l’assemblea costituente e il governo
La corte ha provato la commissione dei delitti di corruzione propria e riciclaggio di denaro, ha ordinato la detenzione del presidente nel carcere Ramo verde nello stato del Miranda. E’ quanto fa sapere il magistrato Rafael Rommel-Gil da Bogota’, ripreso dai media regionali. I giudici hanno anche comminato una pena pecuniaria di 25 milioni di dollari per la corruzione e 35 miliardi per riciclaggio e hanno disposto la interdizione dai pubblici uffici per la durata della condanna.
Secondo le accuse “la Oebrecht ha beneficiato di innumerevoli appalti per infrastrutture progettate in Venezuela, che sono state pagate e non sono state concluse” ha affermato Ortega, riportata dal quotidiano “Noticias Caracol”.
Gia’ lo scorso 9 aprile i 13 magistrati che compongono la corte avevano chiesto al parlamento venezuelano di poter giudicare Maduro nell’ambito dell’inchiesta per che ha visto coinvolta la Odebrecht a livello internazionale.
Diosdado Cabello, presidente della Costituente, ha sminuito la decisione affermando che e’ impossibile condannare il presidente in carica in questo modo. L’avvocato del presidente, Andres Lindo, ha affermato che “non si puo’ condannare il presidente per contratti che non ha mai firmato e che il controllo sugli appalti spetta ad altri organi dello stato. Al massimo si puo’ parlare di qualche tipo di responsabilita’ amministrativa” ha concluso Lindo.