“In Venezuela, la comunità italiana ha una lunga storia e continua a dare un significativo contributo nonostante le gravi condizioni economiche e sociali.
Vi risiedono 120 mila italiani con il nostro passaporto, ma a questi ne vanno aggiunti molti altri. Infatti, si stima che i discendenti dell’emigrazione italica assommino a più di mezzo milione di persone. Tra costoro, ci saranno ancora altri che hanno ottenuto la doppia nazionalità”. Lo ricorda La Gazzetta di Parma.
“Noi siamo tra i pochi nel mondo che abbiamo adottato questa modalità per mantenere un legame forte con milioni di nostri connazionali in diaspora nelle varie regioni del mondo per trovare lavoro, benessere, occasioni di stabilità economica per le proprie famiglie.
Dunque, in Venezuela come in tanti paesi sud e nord americani, in Australia, nell’Europa stessa, in tanti possiedono lo status di cittadini italiani ed esercitano anche il diritto di voto presso i nostri consolati ed ambasciate dislocate qui e là nel mondo.
È singolare in un paese dove le minuzie assurgono ad importanza elevata, una vicenda così vicina a noi non merita prese di posizione, richieste di garanzia, premura almeno per gli italiani. Si sa, molti connazionali hanno dato vita nel tempo ad attività di terziario e industriali.
I loro sacrifici stanno evaporando a causa di un paese che da tempo ha rovinato l’economia per l’imposizione ideologica delle nazionalizzazioni, della rimozione dei criteri della concorrenza, della distribuzione dei denari dei contribuenti per l’assistenzialismo fine a se stesso.
Ebbene, come accadde in Libia con l’avvento di Gheddafi, chi vuole andare via dal Venezuela per tornare in Italia lo potrà fare, ma senza i loro averi. Dunque un paese senza stato di diritto, liberticida meriterebbe una forte pressione dell’Italia a difesa dei propri cittadini e della legalità italiana”.