Giornata caldissima quella del 30 aprile in Venezuela. E non dal punto di vista climatico. L’opposizione al dittatore Maduro, guidata da Juan Guaidò, è tornata a riempire le strade e le piazze del Paese sudamericano che vive una drammatica crisi da tanto, troppo tempo.
Guaidò, insieme a Leopoldo Lopez, uno dei principali oppositori del regime di Nicolas Maduro, sono alla testa di una grande marcia attraverso Caracas, partita poche ore dopo il loro annuncio dell’avvio della “Operazione libertà” in un video girato nella base militare di Carlota.
I due leader dell’opposizione hanno quindi lasciato la base militare e sono arrivati in piazza Altamira a Caracas. La marcia si sta dirigendo su avenida Miranda verso la parte ovest della capitale, dove si trova il palazzo di Miraflores, sede della presidenza del Venezuela.
Intanto il Dipartimento di Stato Usa ha lanciato un’allerta per tutti i cittadini americani invitandoli a non recarsi in Venezuela, dove tra le altre cose rischiano anche la detenzione. Per i residenti Usa nel Paese sudamericano non e’ previsto al momento alcun piano di evacuazione, ma l’appello e’ quello di partire immediatamente, con i voli commerciai che restano per ora disponibili.
E in Italia? Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, dichiara: “Per il bene del Venezuela e dei tantissimi italiani che da anni soffrono per colpa di uno degli ultimi regimi comunisti della Terra ci auguriamo una soluzione pacifica e non violenta della crisi che porti a libere elezioni e all’allontanamento del dittatore Maduro, uno che sta affamando, incarcerando e torturando il suo popolo. Sono vicino al popolo venezuelano, all’Assemblea nazionale e al suo presidente Juan Guaidò”.
In una nota i senatori 5stelle della Commissione Affari Esteri di Palazzo Madama esprimono “profonda preoccupazione per il tentativo di colpo di stato in corso in Venezuela e per il rischio di una deriva violenta della crisi politica che, come più volte auspicato dal Governo italiano e appena ribadito dall’Unione europea, va risolta con il dialogo e con metodi pacifici attraverso la convocazione di nuove elezioni. La futura leadership politica del Venezuela deve essere legittimata da un libero processo democratico, non imposta con la forza per mezzo di un golpe militare sostenuto dall’esterno, come accadeva negli anni più bui della storia dell’America Latina”.
Il premier Giuseppe Conte, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, segue da vicino e con la massima attenzione gli sviluppi di queste ore in Venezuela. Il governo italiano auspica una transizione politica pacifica e un’evoluzione democratica del Paese attraverso libere elezioni come da volonta’ diffusamente manifestata dal popolo venezuelano. Il governo e’, inoltre, particolarmente vicino alla vasta comunita’ di origine italiana presente in Venezuela, sottolineano le stesse fonti.
”Stiamo seguendo con la massima attenzione e in stretto contatto con l’Ambasciata a Caracas, che continua ad essere operativa, l’evoluzione degli eventi in Venezuela. Condividiamo le giuste aspirazioni del popolo venezuelano alla democrazia, siamo contro le dittature e reiteriamo la richiesta di nuove elezioni presidenziali, pienamente libere e legittimate dalla Comunità internazionale”. E’ quanto dichiarato in una nota il ministro degli Esteri Enzo Moavero.